26 Luglio 2022
Le indagini proseguono per scardinare ogni dubbio sia sulla dinamica della morte della piccola Diana, oggi sottoposta ad autopsia, sia per cercare di fare luce nella vita e nella mente della madre, Alessia Pifferi, 36 anni che ha preferito recarsi a Bergamo dal compagno, a Leffe, lasciando la piccola Diana a morire di stenti in casa con l'unica bottiglia di biberon sulla brandina da campeggio accanto ad una boccettina semivuota di benzodiazepine "En" che hanno fatto nascere il dubbio potesse trattarsi di una strategia di stordimento della piccola, in modo che non attirasse col suo pianto il vicinato. Ma la madre nega e dichiara di aver dato solo "Tachipirina in gocce" perché "troppo capricciosa" benché in casa non vi siano tracce di questo farmaco.
Le indagini proseguono e dalle chat emerge l'identità del padre che secondo indiscrezioni sarebbe emerso dalle chat analizzato dagli inquirenti. L'identità dell'uomo non è stata ancora rivelata ma da indiscrezione emerge che gli inquirenti si starebbero concentrando anche su questo. Tuttavia non si capisce che rilevanza possa avere l'identità del padre ai fini dell'accertamento sulle dinamiche dell'abbandono di minore che ha causato la fine della piccola Diana, oggi sottoposta ad autopsia.
Sicuramente l'identità del padre biologico è , come ha detto la stessa Pifferi, diverso dal compagno con cui la donna si è lasciata poco prima della morte della figlia. Alessia era iscritta a un sito di incontri e pare amasse conoscere nuove persone, ma lei stessa non ha mai fatto parola sul papà della sua bimba.
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