Vertice sulla scuola, l'unico punto fermo è il rientro il 10 gennaio: si tratta sulla Dad

Nulla di fatto dopo il vertice sulla scuola terminato in serata, la priorità per il governo restano lezioni in presenza: punto fermo il rientro il 10 gennaio

Nonostante il vertice governativo di martedì nulla sembra essersi ancora smosso sul versante scuola, con l'esecutivo che per ora ha respinto solo la richiesta delle regioni di prorogare le vacanze di Natale. Il ritorno in classe rimane dunque fissato tra il 7 e il 10 gennaio prossimi, con la priorità di mantenere le lezioni in presenza il più possibile. La posizione dell'esecutivo è stata ribadita anche dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in un incontro separato con i sindacati di settore. Resta ancora in corso tuttavia la ricerca di una sintesi da presentare al prossimo Consiglio dei ministri convocato per oggi.

Vertice sulla scuola, punto fermo il rientro il 10 gennaio

Come già accennato la priorità del governo rimane quella di evitare per quanto possibile l'utilizzo della Didattica a distanza, in maniera analoga a quanto stabilito con lo smart working per i dipendenti pubblici. Le richieste dei presidenti di regioni fino a questo momento prevedono invece il ripiegamento sulla Dad al raggiungimento di un determinato numero di alunni positivi in classe. Si è discusso tuttavia di possibili distinzioni tra scuole dell'infanzia, primarie e secondarie sulla soglia minima di alunni positivi che avrebbero fatto scattare la Dad. Al momento la proposta è di ricorso alla Dad con due alunni positivi in classe per elementari e medie e tre alunni per le superiori.

Il governo punterebbe dunque a una semplificazione delle richieste dei presidenti di regioni, accogliendone soltanto alcune. Tra queste l'obbligo di tampone solo per gli studenti sintomatici, e non per tutti quelli di una classe dove sono stati registrati dei positivi. Le regioni hanno inoltre chiesto al governo di discutere sull'opportunità di far riprendere quelle attività didattiche che potrebbero comportare una diffusione del virus nelle scuole, come educazione fisica, musica e canto.

Niente più distinzioni tra alunni vaccinati e non

Punto fondamentale sul quale le regioni avrebbero ceduto è invece le distinzioni tra studenti vaccinati e non vaccinati, anche se rimane la volontà di applicare maggiori restrizioni per quelle fasce d'età meno coperte dal vaccino. Stop inoltre al tampone il primo giorno, preferendo un ricorso maggiore ai test fatti a casa.

I territori hanno inoltre raccomandato l'obbligo di mascherina Ffp2, nonché di una costante aerazione delle aule. Misura quest'ultima che risulterebbe però di difficile applicabilità nei mesi più freddi dell'anno, soprattutto per quelle scuole che non dispongono di un impianto di aerazione che non sia il semplice aprire le finestre. Su tutte queste proposte tuttavia, le regioni chiedono che sia il Comitato tecnico scientifico a esprimere un giudizio finale.