Omicron, emergenza disdette ai ristoranti per capodanno: cancellate il 30% delle prenotazioni
Omicron spaventa gli italiani e torna a pesare sul settore: circa una su tre prenotazioni ai ristoranti cancellate per il veglione di capodanno
Omicron dopo il settore turistico comincia a far danni anche ai ristoranti italiani: circa una su tre prenotazioni per il veglione di capodanno è stata cancellata. Pesano l'aumento dei contagi e le misure di quarantena obbligatorie. Questi i numeri diffusi dalla Fipe Confcommercio che ha raccolto i primi risultati di uno studio condotto in questi giorni.
Il commento di Fipe Confcommercio sulla crisi dei ristoranti
"Rispetto alle chiusure imposte per legge lo scorso anno, il prossimo Capodanno vedrà nuovamente la ristorazione accogliere la clientela nei propri locali, e questo è certamente un fattore di fondamentale importanza. Tuttavia le aspettative per una serata, attesa a lungo e nel segno della ripresa, rischiano di rimanere disattese per i 70.000 ristoranti che apriranno le porte a chi vorrà celebrare l’arrivo del 2022 con una cena fuori casa" - questo il commento della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE). E ancora: "Che ci fosse una flessione rispetto al 2019 era previsto anche perché sapevamo di dover fare a meno di una larga fetta di turisti stranieri, ma qui siamo di fronte a un quadro inaspettato fino solo a pochi giorni fa."
Fipe: "Dicembre è compromesso"
"Ci sono locali che in 3 giorni hanno visto disdire la maggior parte delle prenotazioni - aggiungono - senza riuscire a rimpiazzarle. Questo significa che il mese di dicembre, il più importante dell’anno che da solo vale il 10% del fatturato dei ristoranti, è in buona parte compromesso e si aggiunge ad un periodo prolungato di crisi che stava finalmente vedendo una via di uscita. Ecco perché non esitiamo a chiedere al governo di dispensare misure urgenti come ad esempio le proroghe delle moratorie bancarie e della cassa Integrazione"
Concludono: "Interventi che dovranno sostenere quei comparti che stanno soffrendo di più. Come la ristorazione nei luoghi turistici, quella legata agli eventi o alle feste private o le discoteche e i locali da ballo, letteralmente mortificati dall’ultimo provvedimento che li ha chiusi senza alcun preavviso fino al 31 gennaio"