Raffaele Sebastiani, chi era il chirurgo morto d'infarto dopo 12 ore in sala operatoria

Il chirurgo Raffaele Sebastiani è morto d'infarto dopo aver lavorato per 12 ore in sala operatoria presso il Policlinico di Bari, chi era

Un infarto lo ha ucciso dopo aver lavorato per ben 12 ore in sala operatoria, così è morto Raffaele Sebastiani: chi era e com'è possibile che un chirurgo svolga turni così massacranti. 61 anni, sposato e padre di due figlie, Sebastiani prestava servizio presso l'unità operativa ospedaliera di Chirurgia del Policlinico di Bari, dove aveva lavorato per gran parte della giornata del 21 dicembre. Il decesso del medico ha immediatamente scosso tutto il personale sanitario della struttura, con comprensibili polemiche sull'estenuante carico di lavoro che i medici e gli infermieri sono costretti a svolgere ogni giorno.

Raffaele Sebastiani, chi era il chirurgo morto d'infarto

Sono i colleghi di lavoro dell'uomo a ricordarlo come "una persona umile, buona con tutti, sempre pronta ad aiutare". Il collega Vito Lavolpe lo ha descritto con le seguenti parole: "Con il suo lavoro, con la sua dedizione, con la sua vita ha onorato il camice bianco, che rappresenta la nostra divisa", mentre altri medici hanno voluto sottolineare la morte del collega dopo un lunghissimo turno di lavoro. Sebastiani era infatti reperibile la notte, ma nella sua ultima giornata aveva anche lavorato dalle 8 alle 14 presso l'unità operativa ospedaliera di Chirurgia. È stato proprio qui che il chirurgo è dovuto intervenire per continue urgenze su pazienti positivi al Covid.

È stato proprio quest'ultimo particolare a destare maggiore preoccupazione in merito all'improvvisa scomparsa del medico. Nel trattare i pazienti Covid è infatti necessario adottare dispositivi di sicurezza particolari, come le tute di contenimento, che rendono difficoltoso il lavoro dei medici, con conseguente maggiore dispendio di energia. Secondo alcune voci potrebbe essere stato anche questo a compromettere la salute del dottor Sebastiani, colpito da un infarto una volta tornato a casa nella mattinata del 22 dicembre.

Le polemiche sui turni di lavoro dei medici

"Ormai da due anni gli operatori sanitari sono sotto pressione con turni e un carico di lavoro non sempre sostenibile", ha dichiarato Antonio Mazzarella della Cgil Medici. Il sindacato sottolinea infatti come l'emergenza pandemica abbia sottoposto gli operatori sanitari a livelli di stress lavorativo non più sostenibili. Pensiero condiviso anche da Stefano Andrisciani dell'Anaoo, il quale fa notare che "certamente quello vissuto dai medici sia un periodo di forte stress". Le sigle sindacali chiedono pertanto un potenziamento dell'organico delle strutture ospedaliere, in modo da far fronte anche all'aumento dei ricoveri di queste ultime settimane.