No Green Pass, Liguori: "No alla stretta sulle manifestazioni. Green pass? Capire chi non si vaccina"

Il direttore di TgCom 24 ha commentato a Il Giornale d'Italia le nuove restrizioni che il Governo vorrebbe imporre per evitare gli scontri durante le manifestazioni

"Mai le restrizioni, a meno che non ci sia violenza. L'odio, è la peggiore forma di violenza". Lo racconta a Il Giornale d'Italia il giornalista Paolo Liguori, direttore del canale di informazione TgCom 24, in merito a quanto accaduto durante le manifestazioni No Green pass a Roma, che hanno portato a un'escalation degli scontri tra le Forze dell'ordine e una frangia violenta di manifestanti.

Liguori: "No alla stretta sulle manifestazioni"

Il direttore di TgCom 24 Paolo Liguori ha commentato quanto accaduto a Il Giornale d'Italia, in particolare dopo che il Governo sembra voler stringere sulla libertà a manifestare. Il rischio è quello di vedere una progressiva limitazione dei cortei, determinata da nuove misure di sicurezza che l'Esecutivo promette di estendere. A giustificare la stretta sulle manifestazioni sarebbe quanto accaduto sabato 9 ottobre, quando un gruppo di violenti vicini alle frange estremiste di Forza nuova ha assaltato la sede nazionale di Cgil. Per dirla con le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi: "Occorre dimostrare che lo Stato c'è e interviene per contrastare i violenti, per stroncare gli estremismi e le iniziative di chi mira a creare tensione e instabilità".

"Io non metterei nessuna restrizione", afferma Liguori. "L'unica restrizione necessaria è quando queste proteste sfociano in atti di violenza." Ma quali sono questi atti di violenza? "Il punto è che non li ho inventati io, si vede benissimo quando lo sono: gente che aggredisce altra gente, ma soprattutto persone che odiano", spiega. "Ecco. La forma più grave di violenza è l'odio, c'è poco da aggiungere. I nostri social sono pieni di odio. E questo può degenerare in atti estremi".

L'odio sui social: una causa delle violenze?

Per Paolo Liguori la diffusione di odio sui canali social e attraverso i canali di informazione è un'arma pericolosa. Ma come si possono prevedere e quindi limitare le violenze in seno a una manifestazione? In fondo, nel corteo No Green pass c'erano soprattutto persone non violente.

La risposta del direttore Liguori è semplice: "Capirlo è facile, e pure prevenirlo. Basterebbe non diffondere sistematicamente notizie false, cosa che invece fanno continuamente stampa e televisione. Tra queste ci sono le tante fake news sulla natura dei vaccini Covid e del Green pass".

"Più circolano notizie fuorvianti, più costruisci una minoranza violenta", denuncia il giornalista. "È già successo negli anni Ottanta, per esempio", spiega. "Negli anni Ottanta si credeva nello stato imperialista delle multinazionali. E questo ha portato negli anni a manifestazioni molto violente".

Green pass obbligatorio, Liguori: "Strumento giusto, ma comprensibile chi non si vaccina"

Il direttore Paolo Liguori cita come esempio di informazione distorta anche le polemiche sul Green pass come strumento coercitivo. A Il Giornale d'Italia racconta che, secondo lui, "parlare di Green pass come coercizione della libertà spinge la gente a usare la violenza". "Non sarebbe altrimenti, continua, perché se a una persona sana dici che la sua libertà è minacciata ottieni per forza una reazione violenta".

"Per me il Green pass è una forma di libertà, non di coercizione", afferma il direttore. Sul fatto che a partire dal 15 ottobre il Green pass sarà obbligatorio anche per lavorare e presenta ancora troppe incongruenze per essere costituzionale, Liguori commenta: "Io la vedo come una cautela verso chi non si è vaccinato. Ci sono tante motivazioni: paura, malattie particolari...le rispetto e le capisco". "L'unica cosa che non approvo, conclude, è chi non si vaccina appoggiandosi alla scusa dell'immunità di gregge. Questo no, per me è solo egoismo".