22 Giugno 2021
Un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall’Università Statale della Carolina del Nord ha scoperto che il pianeta Venere potrebbe essere ancora geologicamente attivo. Una nuova analisi della superficie di Venere mostra prove di movimento tettonico, sotto forma di scontri tra blocchi della crosta venusiana, che potrebbero indicare che Venere è ancora attivo.
Si è sempre pensato di Venere come un pianeta che si è raffreddato tanto da rallentare le proprie attività geologiche interne. I ricercatori invece, utilizzando le immagini radar della sonda Magellano della NASA hanno scoperto che le cose non stanno proprio così. Il lavoro è apparso negli Atti della National Academy of Sciences (PNAS) e potrà fornire agli scienziati anche informazioni sulla tettonica degli esopianeti e sulla primordiale attività tettonica sulla Terra. "Abbiamo identificato un modello di deformazione tettonica precedentemente non riconosciuto su Venere, uno che è guidato dal movimento interno proprio come sulla Terra", afferma Paul Byrne, professore associato di scienze planetarie presso la North Carolina State University e primo autore dell’articolo. "Sebbene sia diversa dalla tettonica che vediamo attualmente sulla Terra, è la prova del movimento interno espresso sulla superficie del pianeta", continua ancora il professore. I ricercatori esaminando le pianure di Venere hanno individuato aree in cui i grandi blocchi della litosfera sembrano essersi spostati: separandosi, spingendosi, ruotando e scivolando l'uno sull'altro, come una banchisa rotta su un lago ghiacciato.
La NASA e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno recentemente approvato tre nuove missioni spaziali su Venere con lo scopo di acquisire osservazioni della superficie del pianeta a una risoluzione molto più alta di quella della sonda Magellano lanciata nel 1989. L'attenzione sul pianeta Venere si è nuovamente accesa.
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