Decreto Covid aprile 2021, no a zone gialle: esplode scontro Salvini-Speranza
Il leader della Lega sulle misure anti contagio: "Se i dati cambiano si comincerà a riaprire. Nostra lealtà a Draghi ci impone di lavorare insieme"
Il decreto Covid aprile 2021 stabilisce che tutta Italia sia zona rossa o arancione per tutto il mese, fino a maggio. Resteranno vietati gli spostamenti in tutto il Paese. Bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e piscine resteranno non potranno aprire. Vietate anche le visite a parenti e amici in zona rossa, mentre in zona arancione saranno possibili all'interno della regione una sola volta al giorno e in un massimo di due persone. Misure molto forti che, oltre a limitare libertà dei cittadini, rischiano di mandare mandare sul lastrico centinaia di persone, decine di centinaia. Ora, con la nuova stretta, si rischia che, una volta che si potranno riaprire le serrande, nessuno potrà più effettivamente farlo. Il paradosso è che si continua a parlare di "garantire il Diritto alla Salute", mentre nessuno parla del Diritto al Lavoro. Su questo, in parte, si sono scontrate le forze politiche della maggioranza.
Decreto Covid aprile 2021
Se l'andamento della pandemia e della campagna di vaccinazione lo consentiranno, si legge nel decreto Covid aprile 2021, saranno possibili deroghe per ripristinare le zone gialle e dare corso ad alcune aperture anche prima del 30 aprile. Il consiglio dei Ministri ha inserito questa possibilità nel nuovo Dpcm in vigore dal 7 aprile. Questo, confermando in sostanza le precedenti misure già in atto, introduce però anche due importanti novità. Una è l'obbligo di vaccinarsi per tutto il personale che opera nella sanità, farmacisti compresi. La seconda è lo stop alla possibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze, come avevano fatto in questo anno di emergenza. Le scuole, finalmente, dopo Pasqua, riapriranno anche in zona rossa.
Il provvedimento è il frutto della trattativa del presidente del Consiglio Mario Draghi con l'ala rigorista della maggioranza, che non voleva neanche il riferimento alle possibili deroghe, e le forze politiche, come per esempio la Lega, che spingevano per le riaperture. "Il decreto mette la tutela della salute al primo posto" ha fatto sapere il Ministro della Salute Roberto Speranza esprimendo "soddisfazione" per le scelte fatte. Subito dopo Pasqua, afferma invece la Lega, "il governo valuterà eventuali riaperture".
Scontro Salvini-Speranza
"Noi ci appelliamo alla scienza, noi ci fidiamo dei medici italiani", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini. "Se i dati scientifici classificheranno una Regione come ancora a rischio, cioè rossa, si manterranno le chiusure. Se invece i dati scientifici classificheranno una regione come più sicura, cioè gialla o bianca, si comincerà a riaprire. Semplice". "Non si possono rinchiudere fino a maggio 60 milioni di persone, e migliaia di attività economiche, sportive o culturali, per scelta politica, non medica o scientifica, del ministro Speranza", ha ribadito il capo del Carroccio.
"La nostra lealtà al presidente Mario Draghi - ha concluso Salvini - ci impone di lavorare insieme per risolvere i problemi, ma anche di avere il coraggio di sottolineare e correggere quello che non va. Dopo Pasqua, il ritorno alla vita e al lavoro nelle zone sicure sarà realtà".
A stretto giro è arrivata la replica di Francesco Boccia (Pd), che difende l'operato di Roberto Speranza. "Gli attacchi della Lega al ministro Speranza e al Cts sono inqualificabili e indegni. Le notizie che arrivano dalla Francia meritano il massimo rispetto e la considerazione sia da parte di chi è al governo sia da parte di chi vorrebbe riaprire tutto e presto", ha detto. "Riaperture affrettate rischiano di sfuggire di mano per la contagiosità estrema della variante inglese". "Chi non vuole guardare la realtà potrebbe accorgersi che gli effetti devastanti degli errori di sottovalutazione della situazione precipitano in pochi giorni", ha concluso.