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Luigi Pelazza, inviato de Le Iene, condannato a due mesi di carcere. Ecco perchè

L'inviato della trasmissione di Italia 1 condannato per violenza privata per un'intervista nel cortile di una casa

01 Febbraio 2021

Luigi Pelazza de "Le Iene" condannato a due mesi di carcere. Ecco perchè

Luigi Pelazza de Le Iene condannato a due mesi di carcere per violenza privata

Luigi Pelazza, inviato storico della trasmissione Le Iene, è stato condannato per violenza privata a due mesi di carcere, poi convertiti in una pena pecuniaria del valore di 15mila euro. La condanna è legata proprio al suo lavoro di "iena" e risale al 19 settembre 2015 ad un’intervista fatta alla giornalista Guia Soncini. Pelazza in quell'occasione entrò nel cortile interno di un palazzo privato, per intervistare la stessa Soncini. L’accusa aveva chiesto 9 mesi di carcere, la condanna è stata però solo di due mesi, in più Pelazza è stato anche condannato a risarcire una provvisionale di duemila euro alla parte civile. Per i danni materiali inoltre la cifra precisa dovrà essere stabilita dal giudice civile.

Luigi Pelazza condannato dal "metodo Iene"

Un comportamento, quello di Pelazza, che i giudici hanno condannato censurando dunque un “metodo Iene”, secondo quanto affermato da Davide Steccanella avvocato della Soncini. La sentenza quindi, a quanto scrive l’agenzia Agi, "ha stabilito che non sempre il ‘metodo Iene’ è scusato dal legittimo diritto di cronaca. In questo caso si trattò di un vero e proprio agguato nel cortile interno di un palazzo privato, impedendo alla mia cliente di fare rientro in casa propria fino all’arrivo delle forze dell’ordine, per confezionare un servizio a effetto". Secondo il capo d’imputazione Pelazza e il suo cameraman Verdi, assolto perché non è emersa la certezza della sua presenza quel giorno, si introdussero indebitamente nel cortile spacciandosi per corrieri. I due si avvicinarono alla Soncini con troppa insistenza secondo il giudice "costringendola a tollerare la loro presenza con una serie insistente di domande alle quali lei dichiarava da subito di non voler rispondere". Le domande alla Soncini riguardavano un’inchiesta nella quale era coinvolta e da cui fu poi assolta. L’inviato de Le Iene durante il processo si era difeso dicendo di non aver mai usato violenza: "Lei mi ha dato due o tre colpi: non dico che mi abbia picchiato, però…".

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