Buon viaggio Vivienne Westwood

Addio a una vera icona del fashion mondiale. Vivienne Westwood, la voce più forte della moda britannica, la provocatrice per eccellenza, colei che ha giocato un ruolo fondamentale nell’invenzione dell’estetica punk, capace di unire stili ed epoche come nessun altro, la prima designer a dare anima e corpo nella lotta per un look sostenibile, l’unica forse amata in patria, è scomparsa all’età di 81 anni. La causa è una malattia vissuta con discrezione lontano dai riflettori delle passerelle. In realtà, le prime avvisaglie che la sua salute non fosse al meglio si sono avute lo scorso settembre a Parigi, quando per la prima volta la stilista non si è presentata alla sfilata del suo marchio. Sono anni che la collezione è disegnata dal partner Andreas Kronthaler, voluto dalla donna alla guida del brand, ma lei era sempre stata in prima fila ad applaudirlo. Per molto tempo Vivienne è stata la creativa più influente: le top-model sono pronte a sfilare gratis per lei, i migliori stilisti si dichiarano suoi fan, la Regina Elisabetta la insignisce dell’Order of the British Empire nel 1992, e lei si presenta davanti ai fotografi presenti alla cerimonia roteando su se stessa. Libera di esprimersi, la Westwood prosegue nella sua rilettura dello stile, che siano i “suoi” punk o le mise dell’alta borghesia inglese, passando per i Ballets Russes fino a reinventare la crinolina degli abiti settecenteschi, da lei trasformata in microgonne ribattezzate, per l’appunto, Minicrini. E poi ci sono i corsetti dalla costruzione immacolata, le gonne lunghe che sul retro lasciano in bella mostra il sedere, le silhouette che fondono gli anni Ottanta e l’Ottocento.