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Corsi e ricorsi storici delle sfide alla Russia: nel 1812 Napoleone (sconfitto) perse 380mila soldati

Bonaparte invase la Russia con 500mila uomini, ma il freddo e il tifo decimarono le truppe francesi: con la disfatta di Mosca finì la sua fama di condottiero invincibile. La Germania studi

25 Gennaio 2023

Corsi e ricorsi storici delle sfide alla Russia: nel 1812 Napoleone (sconfitto) perse 380mila soldati

Corsi e ricorsi storici delle sfide armate alla Russia. Un tentativo di conquista (fallito) che costò caro a Napoleone Bonaparte. Un'altra lezione per la Germania, che col via libera dei carri armati Leopard all'Ucraina, dopo la disfatta nella seconda guerra mondiale, rischia di uscire con le ossa rotte dal confronto con Mosca. 

A Mosca il generale trovò la città abbandonata: la bruciò e aspettò una proposta dei pace che non arrivò mai

Il 24 giugno del 1812 l’esercito della Grande Armée attraversò il fiume Niemen, in Russia. Napoleone, tramite una serie di marce forzate, mosse rapidamente i suoi uomini, che ammontavano a mezzo milione di soldati, attraverso le regioni della Russia occidentale, l’attuale Bielorussia, nel tentativo di attaccare e battere gli eserciti russi dei comandanti Barclay de Tolly e Pyotr Bagration. Entro 6 settimane dalla partenza Napoleone perse metà dei suoi uomini a causa delle condizioni meteorologiche estreme e delle malattie che colpirono i soldati, riuscendo a vincere solamente la battaglia di Smolensk. Nel pieno della campagna di Russia si tenne la battaglia di Borodino, a circa 110 chilometri a ovest di Mosca, che fu una vittoria francese e che costrinse l’esercito russo al ritiro. Napoleone occupò la capitale trovandola abbandonata e dandola alle fiamme. Napoleone rimase a Mosca per cinque settimane, aspettando un’offerta di pace che non arrivò mai. Dal momento che il tempo sembrava migliorare, partì, sperando di raggiungere il generale Smolensk con una serie di deviazioni e di scorciatoie, ma, sconfitto nella battaglia di Maloyaroslavets, fu costretto a tornare indietro. 

Dei 500mila uomini che formavano l’esercito francese ne sopravvissero solo 120mila

L’esercito francese mancava di cibo e di vestiti invernali, oltre che di foraggio per i cavalli. Inoltre, la guerriglia da parte dei contadini e dei cosacchi russi aumentò le perdite delle truppe. Più della metà dei rimanenti uomini di Napoleone morì durante la marcia per esaurimento, tifo e a causa del rigidissimo clima continentale. Il 5 dicembre Napoleone lasciò l’esercito e tornò a Parigi. Nel giro di pochi giorni, altri 20mila soldati morirono a causa del freddo e delle malattie trasmesse dai pidocchi. I nuovi comandanti, Murat e Ney, abbandonarono più di 20mila uomini negli ospedali di Vilnius. L’esercito di Napoleone, secondo le stime, aveva iniziato la campagna di Russia con 500mila uomini, 150mila cavalli, 25mila carri e 1.250 pezzi di artiglieria. Sopravvissero solo 120mila uomini, mentre 380mila morirono. La campagna di Russia, un fallimento su larga scala, rappresentò la fine della reputazione d’invincibilità di Napoleone. 

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