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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

La guerra in Ucraina non interessa piu’ a nessuno. A Erri De Luca si’, in missione numero 11, continua a portare aiuti umanitari.

25 Aprile 2023

“Stavolta è un viaggio con convoglio, 25 mezzi, 150 persone. Andiamo a scaricare a Odessa, Mikolayv, Cherson.  Sto arrivando al confine fra Ungheria e Ucraina.Torno metà della settimana prossima”, Erri De Luca mi scrive dal fronte. E aggiunge laconico: “Ma credi che interessi ancora a qualcuno? ”, intercettando un sentimento nazional-popolare. E’ vero, colpa anche delle bollette usuraie che sono piombate addosso come proiettili alla collettività, siamo sempre meno incollati alle notizie  che notizie che provengono da li’. La diplomazia è in stallo e  "la guerra ibrida” con l’Occidente è destinata  a durare a lungo.


Sta davvero diventando la Guerra Dimenticata?
Non può essere dimenticata la piaga che ferisce l'Europa’ e la coinvolge con la più vasta operazione di sostegno della sua storia. Il convoglio di molti mezzi di questo viaggio di aprile  è stato riempito dalle offerte di innumerevoli italiani che da un anno ci permettono di fare una mano al popolo ucraino.


Ogni missione è diversa dall’altra… ? Questa..
È diverso per numero di partecipanti, più di 150 da ogni regione d’Italia. La colonna di gente di pace ha avuto un impatto evidente sulle strade dell’Ucraina attraversata per più di mille chilometri.


Quante ore di viaggio per arrivare?
 Partiti da Padova ci abbiamo messo due giorni di andata, il primo per arrivare in Ucraina dal confine ungherese, il secondo per arrivare allo scarico a Odessa e Mykolaiv.


Cosa ti fa piu’ rabbia il macellaio disumanizzato Putin o l’inerme Biden? 
Non ho questo sentimento. Mi scoraggia l’incapacità dei responsabili di prevedere le conseguenze delle loro azioni. In questa guerra c’è l’aggravante dolorosa di coinvolgere due popoli fratelli. Diverso dal destino di Caino e Abele qui c’è la variante che l’aggredito non si è fatto sorprendere.


Nelle stesse ore in cui Erri scaricava beni di prima necessità al Teatro Mercadante di Napoli andava in scena “In  nome della Madre”, la storia  narrata in prima persona  di Miriam, una ragazza della Galilea alla quale appare la visione di un angelo che le annuncia  che avrà un figlio e le profetizza un destino di grandezza. 
E nel suo ventre “crescerà pasta di pane senza lievito maschile”, è la versione laica e poetica di Erri. Da non credente ma da lettore di testi biblici Erri racconta  il parto, su sfondo credibile e coinvolgente. 
Un’interpretazione potente quella di Galatea Ranzi. Un fil rouge da srotolare che arriva fino a Erri. Qui una madre che dà vita al Salvatore, li’ tante madri, vedove, bambini orfani. Un ‘umanità disperata. A loro Erri porta una parola di conforto, perchè ogni parola è un seme, un germoglio di speranza.


Hai visto in scena Galatea?
Sì, mi ha incollato al mio posto di spettatore, mi ha fatto sentire la voce della Miriam che avevo immaginato, mi ha dato la misura composta dei suoi gesti .

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