08 Luglio 2025
C’è chi è venuto dalla lontana Argentina dopo un tour di 15 mila chilometri come Mario La Civita, originario dell'Abruzzo a bordo di una MG TC del 1945, o da Boston come il collezionista di esemplari unici, anche lui di origine abruzzese, Venanzio Fonte alla guida di un’Alfa Romeo RLTarga Florio del 1924, o chi è appena rientrato da Capo Nord dopo aver percorso oltre 10 mila chilometri come il driver toscano Gianni Morandi (omonimo del cantante) con una OM 665 S Mille Miglia del 1929. A unire tanti equipaggi provenienti da tutto il mondo uno degli eventi più attesi dagli appassionati di motorismo storico: dal primo al 6 luglio l’Abruzzo Grand Tour, giunto alla quarta edizione, in tandem con il più longevo e ormai collaudato - dal 4 al 6 luglio - Circuito di Avezzano che ha spento quest’anno tredici candeline. Entrambe le manifestazioni ideate e organizzate da Felice Graziani, presidente di Abruzzo Drivers Club, sono inserite nel prestigioso Circuito Tricolore promosso dall’Asi, Automotoclub Storico Italiano per la valorizzazione del territorio con il patrocinio del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Cultura e dell’Anci.
Abruzzo Grand Tour e Circuito di Avezzano
Quasi 100 equipaggi provenienti da 5 continenti hanno percorso in lungo e in largo il “polmone verde” d’Italia attraverso paesaggi montani e borghi antichi. Una cavalcata di 850 chilometri in 5 giorni che ha avuto come filo conduttore il tema giubilare con un focus sulle chiese rupestri e tappe in luoghi di rara suggestione da Santa Maria a Cryptas all’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, soprannominato “la Cappella Sistina d’Abruzzo” e dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Curva dopo curva la carovana ha percorso le strade più panoramiche della regione fino a raggiungere gli spazi maestosi dell’altopiano di Campo Imperatore con la vista sul Corno Grande e il Gran Sasso d'Italia. Luoghi dove non è raro avvistare orsi marsicani e più frequentemente cervi e volpi. Per poi ridiscendere a valle attraverso il Lago del Salto (che ricorda per il colore delle sue acque i laghi alpini) e alcuni dei borghi più caratteristici: Pescocostanzo, Scanno (il paese più fotografato d’Italia), Pescasseroli, Sulmona, Ovindoli e Gioia dei Marsi, set del film campione d’incassi “Un mondo a parte”, del regista Riccardo Milani con Antonio Albanese e Virginia Raffaele. "Le strade dell'Abruzzo sono perfette per queste vetture - spiega il patron dell'evento Felice Graziani - perchè sono curate, poco frequentate e consentono di guidare in tranquillità e sicurezza senza il rischio di surriscaldare i motori". Luoghi ideali da scoprire in modo “lento” e “en plein air” visto che le auto ammesse a partecipare devono essere - da regolamento - rigorosamente spider e costruite tra il 1924 e il 1971.
Tesori a quattro ruote
Il Grand Tour d’Abruzzo, tra le tante manifestazioni di auto storiche, si distingue per essere un vero e proprio museo a cielo aperto. Oltre all’Alfa Romeo RL costruita per la Targa Florio del 1924 hanno sfilato le Alfa Romeo 6 C 1750 Gran Turismo carrozzate Touring e Zagato, la rara 6C 2300 Gran Turismo del 1934, la mastodontica Bentley anteguerra (pilotata dall’irlandese Eddie McGuire), Talbot AV 95 Open Tourer, Riley, Lagonda M45 T8 Tourer. A fare da apripista auto iconiche delle nostre forze di sicurezza come le Alfa Romeo Giulia di Polizia e Carabinieri e l'Alfetta della Guardia di Finanza. Si sono distinte per il loro fascino intramontabile le regine di eleganza degli anni Cinquanta e Sessanta come la Mercedes 300 SL del 1956, la Ermini 1100, le Lancia Aurelia B24, le Jaguar XK 120, le Jaguar E-Type, e direttamente dal Sussex, dove si svolge ogni anno il Godwood Festival of Speed, la Lancia Flaminia Convertibile del 1964 di Isabelle Mathew. Ma a “ruggire” di più sono state le Sport Barchetta, auto da corsa costruite negli anni Cinquanta con carrozzerie che ricordano, appunto, gli scafi di piccole barche.
Il circuito cittadino di Avezzano
Le auto hanno affrontato nel corso della manifestazione alcune prove di regolarità attraverso il valico di Pietracquaria (la rievocazione del trofeo Micangeli) utilizzando il solo cronometro manuale (il classico “cipollone”) per poi concludere la cavalcata ad Avezzano nel consueto circuito cittadino in notturna all’interno del centro storico. Uno spettacolo per migliaia di cittadini e turisti. L’evento è dedicato a Pietro di Lorenzo, grande appassionato e ideatore dell’omonima manifestazione che negli anni Ottanta ha portato ad Avezzano le più belle auto d’epoca. La collezione Di Lorenzo, esposta nella villa privata di famiglia, viene aperta eccezionalmente ai partecipanti della manifestazione nel corso della cena di gala. Il circuito notturno è diventato negli anni un appuntamento fisso per la comunità locale sostenuto dal sindaco Giovanni di Pangrazio. Ed è anche l’occasione per ricordare la Coppa del Fucino disputata dal 1924 al 1927 sulla strada Circonfucense. Una sfilata adrenalinica con la presentazione delle singole auto curata dal commissario Asi Giovanni Tesauro e dalla giornalista esperta di motori Savina Confaloni. A fare da testimonial quest’anno la soubrette Emanuela Tittocchia. Una festa collettiva arricchita da una selezione di rombanti moto anteguerra che hanno preceduto il corteo di auto. Vincitore delle prove cronometrate il giovane driver Stefano Beccerica alla guida di una Lancia Lambda del 1929.
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