Gaza, Israele rende i corpi di oltre 100 palestinesi con "segni di torture, corde a collo, mani e piedi", Hamas: "Aprire un'inchiesta internazionale"
Al nosocomio dell'ospedale Nasser di Khan Younis le violenze compiute dall'Idf è testimoniato anche dai morti: dei 120 corpi palestinesi riconsegnati, una decina parla delle sistematiche e brutali "torture ed esecuzioni sommarie" patite dai prigionieri
Corpi segnati da torture strazianti ed esecuzioni sommarie. Corpi bruciati, tagliati, calpestati e spezzati dall'uso di automezzi. Così Israele ha provveduto a riconsegnare ai loro familiari e parenti i corpi martoriati degli oltre 100 corpi di civili palestinesi secondo quanto pattuito dalla "Fase 1" dell'accordo di "pace" formalizzato a Sharm El-Sheikh.
Gaza, Israele rende i corpi di oltre 100 palestinesi con "segni di torture, corde a collo, mani e piedi", Hamas: "Aprire un'inchiesta internazionale"
È quanto riporta il Media Office del governo di Gaza da cui si apprende come Tel Aviv abbia riconsegnato i cadaveri dei prigionieri palestinesi lasciando su di essi i segni di quelle che sono state "evidenti esecuzioni sommarie". Al punto che ora Gaza chiede la "creazione urgente di una commissione d'inchiesta internazionale e indipendente" al fine di giudicare i leader israeliani a fronte dei crimini di guerra compiuti contro il popolo della Striscia. Secondo le fonti, decine di corpi mostrano i segni dello sfregio: corde ancora al collo a indicare impiccagioni, mani e piedi legati da fascette di plastica, occhi bendati, tracce di colpi d'arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata. "I corpi dei prigionieri di Gaza - riferisce Munir Al-Bursh, direttore generale del ministero della Salute di Gaza - sono stati restituiti legati come animali, bendati e con orribili segni di torture e ustioni, a testimonianza delle atrocità commesse in segreto". Corpi, aggiunge Al-Bursh, che sarebbero stati conservati in obitori, quindi non sepolti, molti dei quali "giustiziati dopo essere stati legati".
Per il medico Al-Bursh un'indagine internazionale indipendente è essenziale perché questi crimini non restino impuniti. Corpi, aggiunge, "lasciati a testimonianza della brutalità dei carnefici, poiché non sono morti di morte naturale, ma sono stati giustiziati dopo essere stati legati". Anche il dottor Ahmed al Farra conferma le circostanze in cui i civili devono essere stati uccisi. Molti dei corpi riconsegnati, spesso semi-nudi, non sono neppure riconoscibili per via dei volti sfigurati e delle cicatrici. Complice anche la mancanza di strumentazioni adeguate al riconoscimento del Dna, attrezzature distrutte e che non entrano dai valichi di confine. Dei 320 palestinesi che Israele deve rendere, queste 120 salme, arrivate tra martedì 14 e giovedì 16 ottobre, parlano da sé.
Il Government Media Office di Gaza ha quindi diffuso un comunicato ufficiale denunciando quelle che ha definito "prove raccolte sul campo". Tutto questo nel più grande nosocomio della Striscia, all'ospedale Nasser di Khan Younis, già tristemente noto per essere stato lo scenario dell'attacco deliberato delle Idf contro 21 persone tra cui 5 giornalisti. Sempre qui, a Khan Younis, appena dopo il "ritiro" delle truppe israeliane, a fine aprile 2024 erano state ritrovate grandi fosse comuni con oltre 200 morti, proprio dentro il perimetro dell'ospedale, dove i civili si erano rifugiati sperando di salvarsi.