22 Luglio 2020
Laccordo raggiunto sul Recovery Fund ha rappresentato una svolta storica per l'Europa. Dei 750 miliardi euro previsti, 390 miliardi verranno erogati sotto forma di sovvenzioni, che non dovranno essere ripagati dai Paesi destinatari, mentre 360 miliardi di euro verranno distribuiti sotto forma di crediti. Per la prima volta è prevista una forma di condivisione del debito. La Commissione europea a tale scopo può emettere titoli comuni sui mercati finanziari. Gli Stati membri non devono erogare soldi, ma solo esprimere una garanzia rispetto al fatto che nel caso di necessità sostengano i titoli. L'Ue mette in comune il debito garantendolo con un bilancio da 1.074 miliardi, per uno stimolo economico complessivo di 1.800 miliardi.
La condivisione del debito fa sì che la Commissione diventi il decisivo attore nella politica finanziaria dell’Ue. Inoltre, i mezzi previsti dal fondo vengono amministrati in modo diversi rispetto, per esempio, alle somme previste dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità), che sottosta al controllo dei singoli Stati membri: né la Commissione, né l’Europarlamento vi hanno accesso. Al contrario, il Recovery fund soggiace alla legislazione Ue. Dato che è la Commissione ad ottenere nella sostanza il controllo sull’utilizzo degli aiuti, si ritiene che essa potrà diventare una specie di “tesoreria europea”, come da tempo richiede la Francia.
Il progetto originario del Recovery fund prevedeva che i 750 miliardi fluissero solo in parte nel pacchetto, il qualche doveva comprendere 560 miliardi di euro, di cui 310 miliardi da erogare sotto forma di sovvenzioni. Con il resto del denaro la Commissione intendeva finanziari piani specifici, per esempio a favore della difesa del clima e la ricapitalizzazione delle aziende più colpite dalla crisi. Questa struttura è stata modificata durante il Consiglio europeo: per il fondo volto alla ripresa sono previsti 672,5 miliardi, di cui 312,5 miliardi in sovvenzioni. Gli altri programmi sono stati tagliati, il fondo per le ricapitalizzazioni è stato cancellato del tutto. Questo fa sì che gli Stati destinatari nonostante il taglio delle sovvenzioni non otterranno meno soldi del previsto: la Francia, per esempio, otterrà circa 40 miliardi di euro, mentre i principali destinatari rimangono l’Italia, la Spagna e la Polonia. Il governo italiano ha calcolato che il nostro Paese otterrà 81 miliardi in sovvenzioni e 127 miliardi in crediti.
L'intesa è stata raggiunta dopo quattro giorni di duri negoziati. Il vertice sarà ricordato come il più lungo da 20 anni, da quando nel 2000 a Nizza, fu rivisto l'assetto istituzionale europeo.
Quella sul piano NextGenerationEu “è la più importante decisione economica dall’introduzione dell’euro”, ha scritto su Twitter il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni. “Per la Commissione che ha proposto il piano – ha commentato – comincia la sfida più difficile. L’Europa è più forte delle proprie divisioni”.
“Sono stati giorni molto intensi, ma questo risultato ci deve rendere orgogliosi. Orgogliosi di essere italiani”. Così il premier Giuseppe Conte su Facebook.
“Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre – ha aggiunto – Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”.
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