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Coronavirus, Ricciardi: 'Seconda ondata? Virus ripartito'

Il consigliere di Roberto Speranza rilascia importanti dichiarazioni a Skytg24: dalla seconda ondata, al lockdown, ai test rapidi. Parla anche degli stadi e del tampone per chi viene dalla Gran Bretagna

29 Settembre 2020

Coronavirus, Ricciardi: 'Seconda ondata? Virus ripartito'

Coronavirus (fonte foto Lapresse)

In Italia in questi giorni si sta andando verso una seconda ondata di contagi da Coronavirus? "Il realtà la prima non è mai finita": a dichiararlo è Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, alle telecamere di Skytg24. E poi prosegue: "Abbiamo appiattito la curva epidemiologica, ma tecnicamente l'azzeramento non è mai avvenuto. E ora, dopo i comportamenti estivi e il freddo, il virus è ripartito".

Coronavirus: casi in aumento

Campania e Lazio sono le due regioni in cui la curva dei contagi risulta più in aumento rispetto ad altre parti d'Italia. "Ma i numeri dei casi sono ancora controllabili - afferma Ricciardi - Anche se queste regioni hanno visto aumentare i casi di oltre il 100%. Non siamo ancora alla dimensione del lockdown, ma servono misure stringenti".

Coronavirus Italia: nuovo lockdown?

"Il lockdown comunque va fatto a misura del focolaio epidemico" dichiara Ricciardi, specificando che si tratterebbe "dell'ultima strada". Dunque gli esperti non parlano di un lockdown nazionale, ma limitato alle aree più a rischio e con un tasso di crescita di contagi da Coronavirs elevato.

Coronavirus, in terapia intensiva posti raddoppiati

Nei mesi di marzo e aprile erano stati molti i problemi che riguardavano anche i ricoveri in terapia intensiva. I posti negli ospedali infatti sembravano non bastare per tutti coloro che ne avevano bisogno. A proposito della terapia intesiva, Walter Ricciardi ora dichiara: "Sono stati raddoppiati, oggi sono più di 10mila e su quella sono abbastanza tranquillo. Il problema sono i posti in sub-intensiva, i pronto soccorso. Su queste cose l'Italia è a macchia di leopardo: ci sono Regioni pronte e altre ancora impreparate". Ribadisce poi il consigliere del Ministro Speranza: "Occorre accelerare i preparativi, per evitare di andare in terapia intensiva".

Coronavirus e i test rapidi

"I test rapidi sono migliorati notevolmente. Negli aeroporti, nelle scuole e quando bisogna fare analisi su grandi masse di popolazione diventano un'opzione molto seria. Non sono ancora affidabili al 100%, però consentono sicuramente di identificare i super diffusori e quindi sono uno strumento importante. Per primi al mondo abbiamo iniziato ad utilizzarli negli aeroporti, stiamo pensando di utilizzarli anche in altri ambienti, per esempio nelle scuole".

Coronavirus, tampone per chi viene da Gran Bretagna, Spagna e Francia?

Mentre Spagna e Francia presentano dati allarmanti e una diffusione dei contagi in netto aumento, per la Gran Bretagna è diverso. Dal momento che la nazione inglese non presenta la stessa grave situazione di Spagna e Francia - verso le quali sono state prese misure adeguate - "non è ancora all’ordine del giorno il tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna". Ricciardi poi ricorda: "Abbiamo proposto che il meccanismo dei tamponi fosse coordinato a livello europeo, per evitare che dai Paesi dove c'è un'alta circolazione i cittadini arrivino senza controllo".

Coronavirus Italia news: riapertura degli stadi?

"Abbiamo privilegiato l’apertura delle scuole mettendo in circolazione dieci milioni di persone all’interno di ambienti chiusi, non è pensabile di aprire a migliaia di persone degli stadi - dichiara con fermezza Ricciardi - È qualcosa che in questo momento non è pensabile, sarà pensabile nel momento in cui effettivamente continueremo a tenere la circolazione del virus sotto controllo. In questo momento, con i nostri dati e con quelli dei Paesi circostanti, non ci possiamo permettere di abbassare la guardia".

Il vaccino antinfluenzale per ridurre la circolazione del coronavirus

Il consigliere di Roberto Speranza si espone anche sulla questione delle dosi per il vaccino anti-influenza: "Abbiamo aumentato enormemente l'approvvigionamento, ma tutti i Paesi si sono mossi e nel mondo non c'è di fatto neanche una dose di vaccino anti-influenzale. Ma con le dosi che abbiamo, quasi 20 milioni, potranno essere vaccinati gli operatori sanitari, quelli di pubblica utilità e tutte le persone fragili, o per età o per malattia. Questo lo possiamo fare: non possiamo vaccinare tutti gli italiani, ma una parte consistente, che ci consentirà di ridurre notevolmente la circolazione del virus".

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