Omicidio Vannini, la Procura: 'Condannare la famiglia Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario'

Omicidio Vannini, richiesta dalla Procura condanna a 14 anni per la famiglia Ciontoli

Il procuratore generale Vincenzo Saveriano, al processo d'appello bis per l'omicidio di Marco Vannini, ucciso da un colpo di pistola da parte di Antonio Ciontoli, ha richiesto la condanna della famiglia Ciontoli a 14 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario. L'accusa ha chiesto invece di ritenere colpevoli solo i familiari di Ciontoli - quindi la moglie Maria Pizzillo e i figli Federico e Martina, fidanzata di Vannini - responsabili di concorso anomalo in omicidio e condannarli a 9 anni e 4 mesi di reclusione.

Il processo bis è stato deciso dopo la sentenza dei giudici della Corte di Cassazione del 7 febbraio scorso, che ha accolto la richiesta delle parti civili e del procuratore generale di annullare la sentenza d'appello per la famiglia Ciontoli e predisporre un ulteriore processo per il riconoscimento dell'omicidio volontario con dolo eventuale. Dunque, il 29 gennaio scorso i giudici della corte d'Appello avevano sovvertito la sentenza di primo grado che aveva condannato Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario, condannando Antonio Ciontoli a 5 anni di reclusione per omicidio colposo e confermando le condanne a tre anni per il resto dei familiari.

Per questo motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello e ha ordinato un processo d'appello bis per Ciontoli e i suoi familiari. I giudici sostengono che la morte del ventenne fu senza dubbio la diretta conseguenza del colpo di pistola esploso da Ciontoli. Tuttavia, i magistrati hanno ritenuto fatale anche la mancanza di soccorsi che avrebbero potuto salvare il ragazzo.

Il procuratore generale Vincenzo Saveriano ha richiesto la condanna al processo d’appello bis per l’omicidio del ragazzo, che fu ucciso da un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli. I familiari, tra cui la fidanzata di Vannini, sono accusati di concorso anomalo in omicidio