05 Giugno 2023
Zlatan Ibrahimovic ha voluto dire addio al Milan e al calcio giocato, lo ha fatto dopo la partita tra Milan e Verona, poi finita per 3-1 per i rossoneri. Lo svedese è stato accolto in campo dai suoi compagni che per l’occasione indossavano tutti la maglia numero 11. Ibra ha poi salutato staff e dirigenti prima di prendere la parola al centro del campo, dopo aver ricevuto una divisa speciale firmata da tutti i rossoneri. "Non respiro, ma va bene così. Dentro questo stadio sono passati tanti ricordi ed emozioni - ha detto Ibra, mentre dagli spalti continuavano i cori assordanti della tifoseria -. La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato la felicità, la seconda l’amore".
"Voglio ringraziare la mia famiglia e tutti quelli che mi stanno vicini per la pazienza che hanno avuto", ha detto ancora Ibra. "Ringrazio anche i giocatori, che sono stati la mia seconda famiglia. Ringrazio l’allenatore e lo staff per la responsabilità che mi hanno dato. Ringrazio i dirigenti per l’opportunità. Voglio dire grazie dal profondo del cuore a voi tifosi. Mi avete accolto a braccia aperte, facendomi sentire a casa. Sarò milanista per tutta la vita. È arrivato il momento di dire 'ciao' al calcio, ma non a voi. Forza Milan, arrivederci".
Zlatan Ibrahimović nasce a Malmö, nella Svezia meridionale, il 3 ottobre 1981, figlio di immigrati jugoslavi: il padre, Šefik Ibrahimović, è un bosgnacco originario di Bijeljina (nell'allora repubblica federata di Bosnia ed Erzegovina), mentre la madre, Jurka Gravić, è una croata di religione cattolica originaria di Prkos, frazione del comune di Škabrnja (nell'allora repubblica federata di Croazia). Dopo la separazione tra i genitori, avvenuta quando Zlatan ha due anni, il tribunale decide per l'affidamento separato della prole, con il futuro calciatore affidato al padre. Il futuro campione ha vissuto un'infanzia difficile, caratterizzata da povertà, risse, furti e bullismo.
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