09 Aprile 2025
Il 30 marzo scorso, in particolare nel cinema romano Adriano, è stato proiettato lo splendido documentario "No other land" del collettivo israelo-palestinese formato da quattro registi, alcuni dei quali, i primi due, sono anche i protagonisti del film: Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal, quest'ultimo rapito, picchiato e poi rilasciato, fortunatamente in breve tempo, a causa proprio del documentario.
Il protagonista in un momento di “NO OTHER LAND”; fonte/credits: Credits: Ph. Stefania Collalto; ECHO Ufficio Stampa
Le proiezioni, che erano state programmate per sostenere la cultura, ciò cui lo stesso documentario in primis appartiene, sono state mantenute: se la richiesta non era più quella di liberare l'ostaggio ingiustamente e violentemente trattenuto, lo era però quella di dar voce alla cultura e all'informazione indipendente (del resto come il nostro giornale), che la paura non deve ridurre o persino bloccare e cancellare. La libertà di parlare, scrivere, filmare, condividere deve essere garantita, ovunque: ecco il messaggio sia dell'iniziativa HUMANLAND - il progetto collettivo caratterizzato da solidarietà, testimonianza, resistenza - cui si devono suddette proiezioni sia delle organizzazioni che vi hanno aderito: Alice nella Città, Every Child Is My Child, Unita, 100 Autori, WGI – Writers Guild Italia, Wanted Cinema e moltissimi fra associazioni, artisti e professionisti provenienti dai mondi del cinema, dello spettacolo, dell'arte e della cultura.
A Roma, il film è stato visto nelle sale dell’ Adriano e del Barberini, mentre, a Milano, è stato proiettato all’Anteo.
Dunque, il mondo culturale italiano reagisce, in questo caso, attraverso il cinema:
"No other land" ha in sè la delicata tematica palestinese, supportata ormai dalla gran parte della gente, almeno in Italia. Israele deve fermarsi!
Ricordiamo che il film, patrocinato da Amnesty International Italia, ha vinto l’ Oscar al migliore documentario dell’anno, ma anche il premio agliEuropean Film Awards come miglior documentario e al Festival di Berlino, dove è stato scelto sia come miglior film sia per il Premio del Pubblico nella sezione Panorama.
TRAMA
Il protagonista in un momento di “NO OTHER LAND”; fonte/credits: Credits: Ph. Stefania Collalto; ECHO Ufficio Stampa
"No other land" narra della tragica situazione in Cisgiordania, dove le ruspe guidate dall'esercito israeliano hanno privato dei comuni cittadini, per lo più povera gente senza grandi averi, se non la loro casa, proprio delle loro abitazioni(!), lasciandoli leteralmente in strada, uomini, donne e bambini. Una reale e ahimè costante ingiustizia, senza spiegazioni.
Il documentario narra, anche, dell'amicizia fra due dei giovani attivisti alla regia dello stesso: un palestinese e un israeliano, guarda un pò! Senz'altro, fra i valori che più li hanno legati, il coraggio; il coraggio di iniziare, montare e concludere un reportage quotidiano sulle violenze e sui soprusi, visti o subiti, nella piccola comunità rurale della Cisgiordania chiamata Masafer Yatta.
Basel è solo un ragazzno quando assiste alla sopraffazione così operata dall'esercito israeliano; un pò cresciuto e amante della telecamera, poi imbraccia quest'ultima e comincia a riprendere tutto quanto vede: i carri armati e le ruspe di provenienza israeliana distruggono villaggi interi, forzando gli abitanti a un esilio non desiderato e senza meta precisa.
I due protagonisti, uniti in un'azione comune, ma prima nel cuore, nella testa e nell’anima, sono tanto giovani quanto volitivi, perché vogliono davvero una cosa soltanto: la pace.
RECENSIONE
Una scena di “NO OTHER LAND”; fonte/credits: Credits: Ph. Stefania Collalto; ECHO Ufficio Stampa
Bellissimo! Interessante e utile, apre la mente. Così si può definire e descrivere "No other land", che, talvolta, fa sentire di trovarsi di fronte a un telegiornale invece che a un film, tanto è immerso nella realtà; fa sentire, noi pubblico, dentro la storia e come uno dei personaggi della stessa.
Le ripese che, nel film, fa Basel sono, in fondo, le stesse che faremmo noi, un pò home-made, e questo ce lo avvicina moltissimo.
L'unico "neo" consiste proprio nel fatto che tuto quanto si vede è vero!
Voto a No other land: 9+.
Una proiezione delle scuole sarebbe auspicabile.
La Cisgiordania, protagonista del documentario, è il territorio, senza sbocco al mare, sulla riva occidentale del fiume Giordano (da cui il nome), in Medio Oriente; essa fa parte, con la striscia di Gaza, della Palestina, storico-geograficamente.
I REGISTI
I 2 protagonisti in un momento di “NO OTHER LAND”; fonte/credits: Credits: Ph. Stefania Collalto; ECHO Ufficio Stampa
Ecco una brevissima presentazione di tutti e quattro i registi di "No other land":
CONCLUSIONE
E' L’ITALIA IL PRIMO PAESE PER NUMERO DI SPETTATORI DI "NO OTHER LAND"
Un momento di “NO OTHER LAND”; fonte/credits: Credits: Ph. Stefania Collalto; ECHO Ufficio Stampa
A parte gli Stati Uniti che pare osteggino la distribuzione del documentario e dove il sindaco di Miami avrebbe boicottato la sala indipendente O Cinema di Miami Beach per aver proiettato la pellicola, gli altri paesi nel mondo sosterrebbero "No other land"; in primis noi!
Quasi 70 i premi vinti dal documentario nel mondo: addirittura, i quattro registi sono oggi quotati come i cineasti più premiati nel 2024. Proprio un bel segnale! Continiuamo così.
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