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Venezia 81, Pedro Almodóvar vince il Leone d'oro affiancato da 3 straordinarie interpreti: Julianne, Tilda e Eutanasia

Il miglior film di Venezia 81 è "The room next door" e va al più noto cineasta spagnolo il premio più importante del Lido. Con lui sul red carpet Moore e Swinton. Voto: 8

10 Settembre 2024

Pedro Almodóvar vince il Leone d'oro per il miglior film alla 81° edizione della Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia: "The room next door", interpretato dalla coppia Swinton-Moore

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"The room next door" è un film di genere drammatico incentrato sullo scomodo tema dell'eutanasia, un tema umano, ma anche giuridico e fortemente politico.

Almodóvar vinse il Leone d’Oro alla carriera già alla 76° edizione della Biennale Cinema, nel 2019, per la sua capacità di riprodurre sul grande schermo dei ritratti femminili di incredibile originalità, caratterizzati da forza, ricchezza emotiva, inevitabili debolezze, e di farlo con empatia ed autenticità toccante. Questo suo ultimo, anagraficamente parlando, film lo dimostra ancora una volta, anzi va oltre, se non altro per l'argomento. 

Ph. Alessandra Basile

Come ha sottolineato in conferenza stampa Tilda Swinton, le attrici e il regista, nella lavorazione del lungometraggio, si sono confrontati sulla vita, moltissimo, e su come si possa morire, ma non sulla morte, perché "what can we say about death?".

Julianne Moore, nella stessa occasione, ha aggiunto, supportata nell'esperienza dallo stesso Pedro, anzi Peter, come l'ha più volte chiamato, che, con questo film, il suo rapporto con Tilda è diventato più forte e stretto, grazie agli scambi veri e, appunto, di vita fra loro: "Our relationship grew too".

Ph. Alessandra Basile

Entrambe le grandi attrici, tanto elevate quanto umane, hanno propriamente parlato di una "love story" fra i loro personaggi, uniti dalla morte che poi li dividerà, costretti a un confronto e ad un legame che condizionerà nel profondo Martha e Ingrid, come non mai.

TRAMA

THE ROOM NEXT DOOR - Julianne Moore and Tilda Swinton - Fonte/Credits: La Biennale di Venezia Press

THE ROOM NEXT DOOR - Julianne Moore e Tilda Swinton - Fonte/Credits: La Biennale di Venezia Press

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L'amicizia fra le protagoniste, Ingrid e Martha, risale a quando avevano una ventina d'anni e lavoravano per la stessa rivista, divenendo poi la prima una scrittrice di romanzi semi-autobiografici e la seconda una reporter di guerra. Dopo essersi perse di vista per lungo tempo, avendole la vita portate su binari diversi e lontani, Martha chiama Ingrid per condividere con lei la circostanza estrema nella quale si trova e farle una sorta di proposta indecente, rifiutata in precedenza da alcune sue amicizie più recenti. La durezza e, al tempo stesso, la dolcezza del momento che Martha vive tornerà a unire lei e Ingrid in modo unico e, naturalmente, irripetibile.

La stanza accanto, ossia il titolo del film, è quella nella quale Martha chiede a Ingrid di mettersi, nella casa che la prima ha affittato in un bel posto nel verde, fuori città, anche se la donna sceglierà un'altra camera, sempre vicina. C'è un motivo per quella richiesta.

IL REGISTA

Ph. Alessandra Basile

"The Room Next Door" è il primo lungometraggio in inglese del grande cineasta spagnolo, nonostante "I miei film sono pieni di dialoghi". Parlando di Tilda Swinton e Julianne Moore: "Sono stato fortunato, perché hanno dato vita a un vero e proprio recital. (..) È stato un lavoro commovente e benedetto.

RECENSIONE

ph. alessandra basile

Il film è ispirato al romanzo di Sigrid NunezWhat Are You Going Through”.

Il tema è, dunque, la fine della vita, quella che non vorresti lasciare andare, ma sei costretta a guardare in faccia, sapendo di avere le ore contate; quella che non vuoi nemmeno lasciare che si spenga da sè fra dolori e incapacità di vedere e capire il mondo, gli altri, di riconoscere se stessi; quella che preferisci chiudere tu prima che sia troppo tardi per scegliere alcunché, preferendo fare una scelta coraggiosa, forse nobilitante e dignitosa.

L'eutanasia è la vera protagonista di un cast al femminile, anzi forse è la vera prima donna del film. 

Il lavoro di squadra, oltre alla veridicità e alla profondità del non detto, di quel rapporto che sia Almodóvar sia Moore e Swinton hanno raccontato al Lido, la scelta registica di portare sullo schermo il romanzo sono stati possibili per la professionalità, il carisma, la tecnica, la capacità empatica e la forza di mettersi in gioco di questi tre mostri del cinema mondiale. Nel cast, anche, l'ottimo John Turturro.

Film molto interessante, non leggero, che non lascia scappatoie al pubblico, ma lo accompagna dolcemente fino alla fine di Martha. In fondo, lo spettatore spera che la donna si salvi o che le riprese finiscano prima o che accada qualche miracolo: no, lui è lì con Ingrid, anche oltre la morte della cara amica, vivendo il patema prima e la rassegnazione quasi angelicata poi.

A segnare la poetica del film anche una neve di color rosa, che la stessa Tilda ricorda in conferenza stampa, come se quella simboleggiasse una rinascita.

Straordinarie e meravigliose, deo gratias senza chirurgia o senza una in grado di deturparle nei loro splendidi volti, Julianne e Tilda sono un esempio, oltre che bravissime, di professionalità e stile. A proposito di stile, quello che il regista ha stabilito per loro è sottile, elegante, discreto, leggero: Martha e Ingrid non si disperano mai, nella manifestazione del loro dolore, sono contenute, sono aristocratiche nelle reazioni e negli scambi, perché cosi le ha volute Pedro. Quest'ultimo ha condiviso al Lido il suo modo di dirigere le attrici in questo film. Loro hanno fatto un lavoro attento, magistrale. Voto: 10!

CONCLUSIONE

Ph. Alessandra Basile

Il film è una piccola perla preziosa. adatta anche al palcoscenico.

Dall'anteprima a Venezia 81 lo scorso 2 settembre, "La stanza accato" è destinato ai nostri cinema dal prossimo 5 dicembre. Da vedere, meglio in compagnia. Voto: 8.

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