06 Luglio 2024
Valerio D'Angelo, CEO di Fiven, in occasione del Forum in Masseria 2024 organizzato da Bruno Vespa, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"La situazione attuale italiana è che per fortuna aziende come la nostra ed altre stanno già creando degli algoritmi basati sull'intelligenza artificiale. Si deve però sottolineare che l'Italia è molto arretrata rispetto a nazioni quali gli Stati Uniti, che investono circa 70 miliardi l'anno in intelligenza artificiale, o la Cina, la cui somma impiegata è di 30 miliardi l'anno. Considerando l'Italia e l'intera Europa la cifra ammonta a 10 miliardi. Da questo dato si evince il forte rischio della nostra nazione di restare indietro in qualcosa che riguarda la nostra rivoluzione industriale. Per ovviare a questa evidenza si devono assolutamente incentivare gli investimenti sul tema per consentire all'Italia di non dipendere da gruppi di multinazionali straniere. La gravità della situazione della Penisola può essere facilmente paragonabile ad un contesto di guerra in cui si dipenda totalmente da armi di altri Paesi. Quello che la nostra nazione può fare è correre cercando di stare al passo con i tempi con lo scopo di creare nostre piattaforme intelligenza artificiale. A questo proposito, non è necessario replicare quello che è già stato fatto, ma si potrebbe pensare alla realizzazione di verticali utili all'industria del nostro Paese."
Quali sono i settori che, fra tutti, potrebbero trarre grande beneficio e quali quelli minacciati dall'intelligenza artificiale in particolare in Italia?
"L'intelligenza artificiale non è assolutamente una minaccia, è una grandissima opportunità che va cavalcata. Tutti i settori possono beneficiare di quest'innovazione. Noi di Fiven abbiamo fatto progetti per per tantissime aziende italiane e internazionali e abbiamo notato che non c'è una distinzione da operare sugli specifici settori industriali. In primis noi dobbiamo pensare a alle nostre industrie dando priorità alle loro necessità. Un aspetto molto dibattuto dell'intelligenza artificiale riguarda il fatto che questa potrà sostituire alcuni lavori, tuttavia non eliminandoli, e di conseguenza generarne tantissimi altri. Pertanto, se guardiamo il progresso tecnologico con un'ottica positiva, nei prossimi tre anni si potrebbero generare circa 900.000 posti di lavoro per circa 100 miliardi di PIL."
A che punto siete arrivati come aziende?
"Abbiamo investito tantissimo fin dal 2015 in intelligenza artificiale e siamo giunti alla creazione di una nostra piattaforma. Chiaramente non è l'intelligenza artificiale generativa, perché in quel caso ci si dovrebbe rifare ad un LLM, ma quella deterministica, ossia quella che poi essenzialmente serve all'azienda. Si tratta di quella meno pericolosa perchè di fatto non è selvaggia nell'utilizzo dei dati, di privacy o sicurezza, ma semplicemente automatizza i processi e serve effettivamente alle aziende."
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