02 Novembre 2022
Il 21 ottobre 2022, Fondazione Ronald McDonald per l'infanzia ha organizzato una conferenza stampa per presentare il progetto di rigenerazione urbana e sociale di Via Sarpi, a Milano, che prevede la ristrutturazione integrale del quadrante sito tra le vie Sarpi-Bramante-Niccolini di proprietà del Fondo Ca' Granda. L'evento si è tenuto venerdì 21 ottobre 2022 presso la corte di Via Paolo Sarpi 14 e vi hanno partecipato gli esponenti istituzionali coinvolti nell'iniziativa. Il progetto è stato raccontato nei suoi aspetti architettonici e nei contenuti di valore sociale ad esso legati (https://vimeo.com/event/2502328). A proposito di questi ultimi, la prima Casa Ronald di Milano avrà sede in una porzione del grande immobile oggetto di rigenerazione urbanistica.
INTERVISTE
Interviste ai principali attori del progetto per la costruzione di un ospedale pubblico a Milano e la rigenerazione dell'area Sarpi-Bramante per l'accoglienza di famiglie in difficoltà o, come dice poeticamente il noto coreografo Tommassini, autore, con Jago, 'il Michelangelo dei nostri giorni', dell'evento "Ray of life", 'famiglie che vivono nel buio'.
Marco Giachetti, presidente Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
Siamo all’evento di rigenerazione della zona milanese Sarpi-Bramante, con un importante coinvolgimento del Policlinico. Lascio a lei la parola, dott. Giachetti.
Dobbiamo ringraziare la filantropia dei milanesi nei secoli, perché il nostro ospedale esiste da 600 anni. Vogliamo restituire ai cittadini quanto donato, costituendo un fondo utilizzato per costruire il primo ospedale pubblico al mondo con iso-risorse e per la rigenerazione urbana della città. Avevamo 1550 alloggi in 37 palazzi cielo-terra che restituiamo loro, riqualificandoli da un punto di vista urbanistico ed energetico, con un grande progetto di Social Housing: gli alloggi saranno destinati, in affitto, a famiglie troppo ricche per l’edilizia popolare e troppo povere per accedere al libero mercato. Un’operazione bella che ci inorgoglisce. In breve, gli obiettivi del progetto sono due: 1. l'intervento di Housing Sociale e la rigenerazione urbana, diffusa su tutta la città, con via Paolo Sarpi che rispecchierà il concetto che, non si tratta solo di edilizia e residenza, ma, anche, di contenuti sociali al servizio di tutti quei cittadini che non possono sostenere gli affitti ai prezzi di mercato; 2. la costruzione di un ospedale pubblico senza utilizzare fondi pubblici, caso più unico che raro, grazie alle iso-risorse derivanti dalla grande generosità nei secoli dei milanesi e i piccoli contributi di Regione Lombardia e del Ministero della Sanità, cioè senza pesare sulle tasse dei cittadini.
Quali sono le tempistiche del progetto e quando è nata l’idea?
L’idea è nata nel 2014. La regione ci dà 30 milioni, il ministero 36 milioni, 200 milioni li dobbiamo trovare noi. Fra le varie opzioni, abbiamo scelto quella secondo noi più etica e in linea con la missione di un ospedale, quindi non un fondo speculativo destinato solo alla vendita per finanziare l’ospedale; vogliamo mettere in gioco tutto per fare questa operazione di restituzione alla città e ai nostri benefattori, che sono i cittadini milanesi. Un processo un po' lungo questo, che si concluderà con l’ospedale pronto a fine 2024 e con l’immobile, cioè la punta dell’iceberg del progetto di Housing Sociale, perché coinvolge buona parte di via Paolo Sarpi, pronto nel 2027. La valorizzazione degli immobili destinati all'Housing sociale è finalizzata, dunque, alla costruzione del nuovo Policlinico, una opera architettonica in centro città che è il secondo edificio più grande dopo il tribunale: abbiamo messo i primi pilastri e, a breve, metteremo i primi solai. L'ospedale darà nuovo valore alle nostre eccellenze in campo medico e scientifico.
Tra l’altro, di mezzo c’è stata la Pandemia. Proprio in questi ultimi anni si è discusso di salute pubblica e si è rilevata una certa carenza delle strutture adibite, in particolare, a Milano.
Nonostante la Pandemia, abbiamo aperto, in un ospedale, nel centro di Milano, che ha continuato a funzionare per curare i milanesi, un cantiere; lo abbiamo fatto senza interrompere le attività a servizio dei cittadini neanche per un giorno, altro nostro motivo di orgoglio.
E' un progetto che ha radici più lontane?
Sono andato a rivedere il nostro archivio e mi sono emozionato, leggendo come l'ingegner Bertolaia, il capo dell'ufficio tecnico, sostenesse, di fronte al consiglio ospedaliero, l'opportunità di riqualificare questi immobili anzi venderli o svenderli, perché - stando ai suoi scritti, risalenti al 1906 - aveva visto e capito che, in questa zona, in grande espansione, fra fine 800 e primi 900, fosse meglio costruire che distruggere e sistemare così le abitazioni, migliorando la qualità di vita degli abitanti. Da qui, il ritorno per l'ospedale, il quale, fra l'altro, vive, dal 1956 a oggi, soprattutto di filantropie, di beneficienza e del grande cuore dei milanesi. Con questo grande progetto, il nostro ospedale vuole, come anticipato, ricambiare, restituendo valore alla città di Milano. Mi piace pensare che i valori di Ca' Granda si tramandino nel tempo e che siano arrivati fino a noi.
Ne sono convinta, grazie e complimenti!
Luca Tommassini, ballerino, coreografo, direttore artistico, regista e attore
Luca, mi parli del tuo contributo al progetto? Un contributo artistico, il tuo.
Assolutamente, sì. Sono stato alla Casa Ronald di Roma, è stato bellissimo, mi sono emozionato, nel conoscere le persone che ospitano lì. Ho messo l’arte a disposizione di un sogno importante. Ho chiamato Jago ad affiancarmi - lo definiscono 'il Michelangelo dei nostri tempi' - e lui, il mio amico, mi ha detto sì, nella città di Milano. Jago e io abbiamo pensato a un evento, che abbiamo chiamato “Ray of Life”, finalizzato a coinvolgere dei donatori per aiutare a salvare le vite delle famiglia che stanno ‘al buio’, in povertà. Lo abbiamo organizzato al 47° piano di Torre Allianz: i partecipanti si sono trovati al buio, poi abbiamo aperto le tende ed è entrata la luce ed un coro di 50 bambini ha emozionato tutti. Il sogno che era nel cielo, nell’aria, è giunto a terra e, dalla terra, nascerà la nuova casa Ronald McDonald, a Milano. L’evento ci ha portati alla prima pietra, quella che Jago mi ha dato da consegnare oggi e che porto ora nello zaino. La missione è quella di aiutare chi si trova ad affrontare una malattia grave senza le necessarie condizioni economiche e in solitudine. Noi siamo, Jago, io e chi coinvolgeremo, l’arte a disposizione, anche per il futuro, di chi ha la forza per agire e costruire; crediamo nei loro occhi, cuori, menti.
Da artista rispondo condividendo il valore dell'arte. Grazie!
Nicola Antonacci, Presidente della Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald Italia
Maria Chiara Roti, Direttore Generale della Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald Italia
Buongiorno dr Antonacci e dssa Roti, oggi siamo a porre il primo mattone di un bel progetto. Vorrei una vostra battuta in merito, oggi essendo la vostra presenza determinante.
È un atto simbolico importante. Abbiamo da subito sposato il progetto di Housing Sociale e rivisitazione dell’area urbana e sociale. Per noi, è una grande iniziativa, ne siamo felici.
La futura casa Ronald, di circa 1000 mq, conterrà - continua la dssa Roti - 20 stanze da letto, 2 cucine, 1 spazio comune e 1 stanza del silenzio per i momenti di riflessione e preghiera delle famiglie che vi si riuniranno durante la cura dei propri figli. Ci saranno anche 2 appartamenti all’ultimo piano per gli studenti che offriranno un servizio per copertura notturna. Stiamo stipulando convenzioni con le università di Milano. Noi, per le donazioni, ci rivolgiamo ad aziende e privati, che possono trovare, in questi luogo, una stanza da dedicare a una persona cara o alla loro società.
Quali sono gli ospedali e le università di Milano a voi collegati, dssa Roti?
Gli ospedali sono il Policlinico nelle sue cliniche De Marchi e Mangigalli e l'Ospedale Buzzi. Le università con cui stiamo stipulando convenzioni sono la Statale di Milano, la Cattolica, la Bocconi e la Bicocca.
Voi siete già impegnati in tanti progetti, anche, simili da tempo, dr Antonacci.
Sì, noi come Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald siamo presenti in Italia da oltre 20 anni. Abbiamo 4 case Ronald - quella di Milano, perciò, è la quinta - e 3 family room. Il progetto è nato qualche anno fa, ma oggi sarà concreto. Nei prossimi giorni, inizierà il cantiere. Contiamo di aprire le porte dell’accoglienza a famiglie e bambini nel 2025.
È intervenuta anche la Pandemia in questi ultimi anni, no Dssa Roti?
Che non ci ha fermati. Sono stati due anni di intenso lavoro. La ricerca di un immobile per la Fondazione è durata quasi 10 anni, perché Milano è votata al residenziale, al business e al turismo. Non è facile trovare un luogo dove fare del sociale, specie in centro città, ma noi dovevamo essere vicini agli ospedali di riferimento per permettere alle famiglie un veloce accesso alle cure e agli ospedali pediatrici. Anche il processo con le controparti della due diligenze e l'istruttoria hanno richiesto impegno e tempo dedicato. Abbiamo firmato una convenzione di 18 anni per la accoglienza di famiglie e bambini
Voi siete già impegnati in tanti progetti, anche, simili da tempo, dr Antonacci.
Sì. Cooperiamo con i più importanti ospedali pediatrici in Italia, fra i quali il Bambin Gesù di Roma, il Meyer di Firenze, il Sant’Orsola di Bologna, il Civile di Brescia e il Niguarda di Milano; vorremmo continuare a far crescere la nostra Fondazione in Italia.
C’è un altro cantiere - conclude la dssa Roti - partito proprio questa settimana all’ospedale di Careggi, dove il 22.12.22 apriremo una family room per mamme con patologie della gravidanza che partoriranno lì.
Un vero simbolo e regalo di natale. Grazie a entrambi.
All'evento, organizzato dalla Fondazione Ronald McDonald, grazie anche all'ufficio stampa Grazia Zuccarini, hanno partecipato, con i loro interventi altri professionisti e personalità del mondo economico e politico milanese. Ecco alcuni brevi estratti di tali interventi, nell'ordine in cui le persone sul palco hanno preso la parola.
Alan Christian Rizzi, Assessore alla Casa e Housing sociale
Per me è un onore essere qui. Ringrazio la Fondazione Policlinico. Mi piacerebbe partecipare a iniziative sociali come questa tutti i giorni, perché la risposta e la risultanza, soprattutto, alle esigenze abitative del futuro passa attraverso la rigenerazione di strutture come questa. Regione Lombardia ha approvato una legge per incentivare la rigenerazione urbana di strutture simili nel 2019, ma ha fatto di più: per incentivare la nascita di progetti di Housing Sociale, ha approvato, nel 2016, una legge che consente ai comuni di abbattere del 100% l'onere di urbanizzazione; purtroppo, non tutti i comuni la applicano, ma sarà mio impegno andare in questa direzione, cercando di sensibilizzarli. Tra qualche settimana, inoltre, Regione Lombardia uscirà con un bando importante di quasi 48 milioni di euro per finanziare, fino al 50%, iniziative come questa. Oggi è un esempio di quando si fa sistema, ossia quando enti, istituzioni, partner privati scorgono, attraverso la visione, l'obiettivo comune, quindi complimenti a tutti gli attori. Sappiate che, a livello istituzionale, avrete sempre al vostro fianco Regione Lombardia. Grazie a tutti.
Lamberto Bertolè, Assessore welfare e salute del Comune di Milano
Condivido con voi due riflessioni. La nostra città, di fronte a ogni occasione di sviluppo e rigenerazione urbana, si deve porre la domanda se un progetto aumenterà le disuguaglianze sociali o, invece, darà un contributo per affrontare il nodo delle disuguaglianze con una risposta ai problemi sociali. Se non affrontiamo quel nodo, la nostra città rischierà in futuro di essere una città espulsiva, con un effetto boomerang per il sistema complessivo della città. Ecco, oggi siamo di fronte a un progetto di rigenerazione urbana che diventa anche rigenerazione sociale e dà la risposta giusta: questa è la direzione da prendere. Ogni progetto deve essere messo sotto questa lente di osservazione: dà un contributo per contrastare le disuguaglianze? Sì, bene; no, è un'occasione persa. Un'altra considerazione riguarda il futuro demografico della nostra città: l'invecchiamento della popolazione, non solo quantitativo, ma anche caratterizzato da anziani sempre più soli, sia perché fanno meno figli e/o i figli risiedono lontani sia perché ,se è vero che vivono più a lungo, spesso non sono in condizioni di piena autosufficienza. La seconda riflessione riguarda, dunque, il tema del Senior Housing. Per concludere, desidero ringraziare Fondazione Ronald McDonald, perché, un anno fa, ci siamo visti durante una loro bella iniziativa di raccolta fondi, dove questo progetto era ancora un sogno, mentre oggi siamo di fronte a un momento di concretezza importante per la città.
Sergio Urbani, Direttore Generale Fondazione Cariplo
La Regione Lombardia è stata quella che, nel 2004, con Fondazione Cariplo, ha inventato l'Housing Sociale, cercando di creare per la prima volta l'immobiliare con l'impatto e le finalità sociali. Si cercò di capire, a livello di Fondazione, come segmentare il patrimonio immobiliare fra la parte da vendere per il massimo ricavo, non per speculazione ma per fare l'ospedale, e la parte soggetta a una logica diversa per le finalità abitative menzionate negli interventi precedenti. Qui subentra un altro attore: la Fondazione Housing sociale, proprio per fare questo lavoro di fino. Poi, InvestiRE SGR sta portando avanti questa iniziativa con grande professionalità e sensibilità, perché qualcuno non sarà felice di quanto stiamo facendo. Tuttavia, il bello di Milano è che, quando c'è un progetto, tutti lasciano da parte le loro peculiarità e si mettono a lavorare per qualcosa di cui essere orgogliosi in futuro. Fondazione Cariplo è felicemente parte del Fondo Nazionale dell’Abitare Sostenibile (FNAS) – promosso da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e gestito da CDP Immobiliare SGR (CDPI SGR) – che è stato rilanciato, di recente, per progetti di social, student e senior housing.
Giancarlo Scotti, Amministratore Delegato CDP Immobiliare SGR
Come diceva Sergio, CDP è presente nel mondo dell'abitare sociale già da una decina di anni e, con lo stimolo delle fondazioni bancarie, abbiamo istituito il FIA (Il FIA è il fondo nazionale operante nel settore dell'edilizia privata sociale (c.d. Social Housing) con l'obiettivo di realizzare case a costi accessibili destinate alle famiglie non in grado di soddisfare sul mercato le proprie esigenze abitative). Nel 2010, di Social Housing non si parlava, ce n'era esperienza all'estero, per esempio in Francia e in Germania, ma non da noi. Pure il concetto di operatore sociale era pressoché sconosciuto anni fa. Noi operiamo con 9 SGR. Il nostro non è soltanto un prodotto immobiliare, ha anche un elevato contenuto sociale. Il progetto Ca' Granda è un unicum, come è stato già detto. Abbiamo 29 progetti in atto, ma questo è un fondo unico, perché, se normalmente ci occupiamo di rigenerazione urbana, in questo caso, abbiamo valorizzato un patrimonio esistente con una logica di restituzione alla società attraverso il Social Housing (finalità sociali) e allargato il nuovo ospedale (logica industriale). Il mercato immobiliare milanese è molto forte, sia per la componente libera sia per la fortissima e crescente domanda di edilizia convenzionata, e ha contribuito alla realizzazione del progetto Ca' Granda che ben si è radicato in questa città. Ritengo questo progetto un esempio che spero possa essere seguito da altre istituzioni.
Paolo Boleso, Head of Residential and Social infrastructure di InvestiRE SGR
L'obiettivo di distribuzione dei 100 milioni pensiamo di realizzarlo a inizio 2024, leggermente in anticipo rispetto al business plan originario. I lavori sono già iniziati. L'appalto è diviso in 2 fasi, una relativa alle demolizioni e una seconda gara sui lavori edili di ristrutturazione, perché ci permetterà di fronteggiare meglio i rialzi nel settore di mercato, di cui tutti parlano. La consegna degli appartamenti - 200 che verranno collocati a canone agevolato, secondo la convenzione urbanistica firmata con il Comune, figlia, anche, degli accordi sindacali sottoscritti - è prevista nel primo quarter del 2026. Colgo l'occasione per ringraziare i Sindacati che ci hanno accompagnati fino a questo momento. Questo immobile in Sarpi era abitato da 40 famiglie che, grazie al lavoro di Housing sociale e Kservice, sono state trasferite negli altri appartamenti di un immobile che abbiamo realizzato nella vicina via Bramante. Il lavoro che abbiamo fatto è stato certosino, d'altra parte che sia stato fatto in maniera corretta è dimostrato dal non avere noi alcun contenzioso legale. Il totale dei lavori si aggira su un ordine di 40 milioni.
Gianandrea Barreca, Studio di Architettura Barreca & La Varra
Abbiamo demolito tutto quanto sta fra Sarpi, Bramante e Niccolini, edificando un nuovo sistema cortilizio, ma abbiamo tenuto la facciata, così che la città resti esternamente immutata e sia innovata all'interno, nascosta e segreta fra queste corti. Ci saranno 3 corti, la centrale più pubblica avvolta da una architettura fatta di 3 balconi grandi in stile palchi teatrali che si affacciano su uno spazio collettivo fatto di 2 livelli, con la possibilità di salire per stare più in alto. Valorizzazione degli spazi e concentrazione dei volumi è ciò che abbiamo fatto. Spesso nelle corti milanesi ci sono dei giardini segreti, che nessuno vede mai se non vi accede. Nella corte Sarpi, si potrà godere del giardino segreto e, salendo, come detto poc'anzi, si potrà arrivare alle chiome degli alberi. Insomma, un pezzo di città privata diventerà percettivamente un pezzo di città collettiva.
Giordana Ferri, Direttore Esecutivo della Fondazione Housing sociale
Dobbiamo ringraziare gli inquilini che hanno accettato lo spostamento, permettendo di procedere con i lavori. A proposito dei lavori, ci sono, al piano terra e al primo piano, due livelli di spazi comuni, sia per i residenti che non. Gli spazi comuni sono a disposizione del quartiere sulla base delle decisioni che prenderanno i residenti. E poi ci saranno dei servizi e degli spazi commerciali all'interno delle corti che saranno ritenute penetrabili dal quartiere. Questo, anche, è il senso del progetto di housing sociale.
CONCLUSIONE
Il sociale produce risultati utili e fa stare bene sia chi ne usufruisce sia chi lo realizza. Milano è, in Italia, sensibile e aperta a tematiche del genere, quindi un plauso a Fondazione Ronald McDonald e Policlinico e a chi ha preso parte attiva al progetto Ca' Granda, ma, soprattutto, alla città, come qualcuno sottolineava fra i vari interventi, dunque a cittadini e istituzioni. Evviva!
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