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De Cicco: “Un progetto che consente di investire in innovazione per screening in oncologia”

Il Presidente e AD Roche Italia presenta a Il Giornale d'Italia la campagna “Screening routine”

24 Maggio 2021

“È un progetto che nasce ascoltando anche le parole del nostro Presidente della Repubblica Mattatella – afferma al Giornale D’Italia Maurizio de Cicco, Presidente e AD Roche Italia- quando, circa un anno fa, disse che non c’era solo il Covid, che purtroppo si muore anche altre patologie. Certamente per un’azienda come Roche impegnata nell’ambito dell’oncologia, il tumore al seno è una di quelle patologie che vogliamo combattere e combattiamo ogni giorno grazie alla nostra innovazione nei farmaci, ma qui avevamo una necessità in più quella di creare sistema, perché credo che la svolta davanti a una situazione così tragica come quella del Covid, sia solo la collaborazione tra pubblico e privato e quando due aziende grandi come Roche e Fujifilm si mettono insieme e mettono a disposizione del sistema il loro know how ecco che possiamo fare la differenza. Abbiamo deciso di aiutare il Paese e le pazienti a recuperare quel grande gap che oggi esiste in termini di screening, è un problema enorme denunciato dai media, dagli oncologi, dall’associazione dei pazienti. Quindi mettendoci insieme crediamo che si possa contribuire a recuperare quel numero di screening che oggi è estremamente deficitario".

"Una bella idea, una bellissima iniziativa che guarda caso precede addirittura quello che è stato scritto nel piano nazionale di Ripresa e di Resilienza, che è proprio investire in innovazione per recuperare in screening in oncologia. Noi abbiamo deciso di collaborare con Fujifilm per acquistare dei mammografi di ultima generazione e donarli a 10 Asl decise da un ente esterno. Attraverso questi mammografi offriamo anche l’opportunità di un recupero degli screening anche una campagna di comunicazione che lanceremo presto e che toccherà milioni donne, è una campagna di sensibilizzazione, non solo di efficienza e di recupero di screening".

"Già a marzo abbiamo lanciato l’iniziativa “Roche di fa in 4” in cui abbiamo deciso di scendere in campo mettendo a disposizione il know how scientifico e umano. “Roche si fa in 4” è basata su 4 pilastri che partono dalla disponibilità di farmaci che oggi addirittura, sono stati autorizzati a le un rimborso in maniera straordinaria. Questa è stata una bellissima esperienza perché abbiamo messo a disposizione le nostre persone, 250 persone Roche che sono scese al fianco della Croce Rossa e hanno collaborato per rispondere al numero verde messo in piedi dal Ministero della salute, che ha ringraziato questi 250 volontari, che hanno dedicato oltre due mesi de loro tempo cercando di rispondere per fornire aiuto psicologico a migliaia di persone che chiamavano per avere informazioni e a volte anche parole di conforto”.

Sulla situazione attuale del sistema farmaceutico il Presidente e a.d. Di Roche risponde: “Io guardo soprattutto gli aspetti positivi. Se oggi abbiamo parole di speranza e di fiducia lo si deve all’impegno delle aziende farmaceutiche, che hanno investito in ricerca e che sono arrivati alla produzione di farmaci e di vaccini. E quindi è grazie all’impegno del settore farmaceutico che oggi abbiamo delle risposte positive, questo credo sia la missione principale del settore farmaceutico, quello di fornire delle soluzioni, dare più vita e una migliore vita, in questo caso noi daremo una vita completamente diversa. È stata la collaborazione tra pubblico e privato che è cambiata molto, ritengo che solo attraverso questa partnership si possa dare una svolta al sistema salute e anche nel futuro. Cosa è andato poco bene? Credo che noi ci saremmo aspettati anche dai media maggiore riconoscenza rispetto a quello che c’è stato. Se qualcuno un anno fa avesse pensato di avere a disposizione una varietà di vaccini così ampia e poter aiutare a salvare vite, sarebbe stato un miracolo. Oggi noi abbiamo a disposizione questi farmaci e questi vaccini, eppure leggiamo ancora adesso tante critiche al settore farmaceutico e la cosa è profondamente ingiusta. Il motivo di queste critiche credo che vada ricercato anche in un fatto culturale, non è riconosciuto il settore farmaceutico spesso come un partner di valore, si guarda più il dettaglio e non il generale. Il settore farmaceutico è un settore importante per il Paese ma in generale per la vita e se non si riconosce questo credo che sia un grosso danno per tutti, per la società prima di tutto, è un grande peccato”.

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