31 Ottobre 2023
Oggi alla Camera dei Deputati si è svolto il convegno “Dal costo del figlio al valore sociale ed economico della natalità”, organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari.
Eugenia Roccella, Ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, ha rilasciato un'intervista a Il Giornale d'Italia:
“Il 7 novembre faremo questo incontro, per lanciare questo codice di autodisciplina per le imprese, proprio per facilitare soprattutto il rientro dalla maternità delle donne.
Quindi, il mantenimento non solo del posto di lavoro, ma della progressione di carriera, e quindi il fatto che fare un figlio non solo non deve portarti alle dimissioni, come purtroppo ancora è in troppi casi, ma non deve, in nessun modo, inficiare la progressione di carriera. Tu devi fare carriera esattamente come la fanno i padri, così anche le madri.
Ma veramente nello scorso Governo, l’Iva era al 22% per i pannolini, eccetera, e oggi è al 10%. Quindi, noi siamo intervenuti con forza, abbiamo visto che al 5% non si rifletteva, poi, sul consumatore, ma abbiamo voluto comunque mantenere il segnale.
Vediamo che cosa succede adesso. Noi avevamo calcolato che le risorse non spese per l’assegno unico erano di una certa entità, cioè 1 miliardo e 300 milioni, un miliardo e 4.
Invece l’interazione fra la riforma del reddito di cittadinanza, cioè l’assegno di inclusione, e l’assegno unico, ha fatto sì che, negli ultimi mesi, queste risorse sull’assegno unico siano state spese, cioè è molto aumentata la spesa, di circa 200 milioni al mese.
Quindi, le risorse si sono molto ridotte. Noi comunque abbiamo voluto investire, in maniera consistente, anche in questa finanziaria, con tutti i limiti della finanziaria sulla famiglia e sulla natalità, e quindi abbiamo investito comunque 1 miliardo.
Ma questo è la prospettiva in cui ci hanno sollecitato a muoverci i demografi. Quindi dal professor Blangiardo a Volpi ed altri: proprio perché si vede che il secondo figlio è un desiderio delle copie e in particolare delle donne, un desiderio che viene espresso in tutte le statistiche, poi non si fa.
Ed è il secondo figlio, che non si fa soprattutto perché, intorno, ci sono condizioni limitanti, condizioni di difficoltà. A partire, proprio, dal lavoro. Quindi, noi abbiamo scelto di intervenire lì, per dare la libertà alle coppie e alle donne di fare i figli che desiderano.
Quindi, di cercare di eliminare questi ostacoli, in primo luogo attraverso la decontribuzione, dal secondo figlio in poi, asilo nido gratuito, dal secondo figlio in poi, e poi anche però con un ampliamento, ancora una volta, dei congedi parentali. Un ampliamento della remunerazione, del rimborso, all’80%.“
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