06 Aprile 2022
"Noi comunque se dovessero cessare le forniture siamo coperti fino a ottobre, la seconda cosa è che noi andiamo con l'Ue. Se ci propongono embargo sul gas lo seguiremo. Vale più la pace o il condizionatore acceso?", queste le parole Mario Draghi in conferenza stampa a Palazzo Chigi.
"Mettere un tetto al prezzo del gas sarebbe la cosa più razionale da fare, ma si può fare solo a livello collettivo", ha continuato Mario Draghi. "L'Europa è di fatto l'unico compratore e ha un forte potere di mercato, che si può esercitare attraverso l'imposizione di un prezzo, che non sia stravagante come quello di oggi visto che il prezzo in ogni parte del mondo è molto più basso". E ancora: "Siamo molto consapevoli del rischio di un impatto sociale, anche legato all'aumento dell'inflazione".
"Siamo pronti ad intervenire. Nelle prossime settimane comprenderemo meglio l'intervento e come finanziarlo", ha aggiunto Il premier. "È chiaro che con la guerra in Ucraina c'è stato un peggioramento della prospettiva di crescita, pesano l'aumento costi energia ma anche di altri beni, come quelli alimentari, ma pesa anche la fiducia di consumatori e investitori, che era viva a inizio anno, poi è diminuita molto. E questo non solo per i rincari, ma per la situazione bellica in generale, con una guerra vicina a noi, quindi consumatori e imprese vedono un futuro meno positivo. Questo non avviene solo da noi, da noi avviene in maniera significativa".
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