A chi spetta la Palestina? Tutta ai palestinesi, tutta agli israeliani o due popoli e due Stati? Partecipa al SONDAGGIO - VOTA
In molti ritengono che ciò che sta accadendo a Gaza per mano di Israele sia un "genocidio, una pulizia etnica" e, sempre più ormai, si sente parlare di possibile "deportazione dei Palestinesi fuori dalla Striscia". A chi deve spettare la Palestina? Partecipa al sondaggio de Il Giornale d'Italia
A chi spetta la Palestina? Partecipa al sondaggio de Il Giornale d'Italia e scegli fra le seguenti opzioni:
- tutta la Palestina ai palestinesi
- tutta la Palestina agli israeliani
- due popoli, due Stati.
A chi spetta la Palestina, la storia
La Palestina (ufficialmente Stato di Palestina) è uno Stato situato nel Medio Oriente, osservatore permanente presso le Nazioni Unite, de facto occupato illegalmente in gran parte da Israele. Lo Stato di Palestina rivendica sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, sebbene il suo centro amministrativo si trovi a Ramallah. Tali territori sono stati prima occupati nel 1948 da Giordania ed Egitto e successivamente da Israele dal 1967 a seguito della guerra dei sei giorni.
L'ONU ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro con status di osservatore permanente con la risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012. A seguito di ciò, dal 3 gennaio 2013 l'Autorità Nazionale Palestinese ha adottato il nome di Stato di Palestina sui documenti ufficiali.
Dal 7 ottobre 2023 a Gaza sono in corso continui bombardamenti da parte di Israele che, fino ad oggi, hanno causato oltre 51mila morti civili (fra cui soprattutto bambini e donne) secondo le stime del Ministero della Salute di Hamas. Tuttavia, stando a quanto emerso da diversi studi, uno dei quali pubblicato sulla rivista The Lancet, il bilancio sarebbe superiore del 40%. Secondo alcuni esperti, le morti indirette conteggiate nelle stime ufficiali (ossia tutte quelle che non avvengono in sparatorie o direttamente per l'esplosione di una bomba, quindi le morti che avvengono successivamente per le ferite riportate, per la fame, la sete e le malattie che si sviluppano) sono 4 volte superiori alle morti dirette.
"Il piano 'segreto' di Israele del 2017 per prendere Gaza e i giacimenti di gas e ricollocare i 2.2 mln di palestinesi tra Egitto ed Arabia" - The Institute for Zionist Strategies
Da quando è scoppiata la guerra a Gaza, qualcuno ha cominciato a far circolare sui social un documento che mostrerebbe un piano "segreto" di Israele per la presa di Gaza e il ricollocamento della popolazione palestinese tra l'Egitto e l'Arabia. "Un piano per il reinsediamento e la riabilitazione definiva in Egitto per l’intera popolazione di Gaza. Attualmente esiste un'opportunità unica e rara per evacuare l’intera striscia Striscia di Gaza, in coordinamento con il governo egiziano", si legge nel documento di cui tuttavia non è possibile risalire alla fonte e dunque verificarne la veridicità. "Questo documento presenta un piano sostenibile con un'elevata fattibilità economica, che ben si allinea con gli interessi economici e geopolitici dello Stato di Israele, dell'Egitto, degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita. Una sintesi di un piano immediato, realistico e sostenibile per il reinsediamento umanitario e riabilitazione della popolazione araba nella Striscia di Gaza".
"Nel 2017 - si legge ancora -, è stato riferito che ci sono circa 10 milioni di unità abitative sfitte in Egitto, di cui circa la metà sono costruite e nell’altra metà sono in costruzione. Ad esempio nelle due più grandi città satellite del Cairo. Una enorme quantità di appartamenti costruiti e vuoti di proprietà del governo e di privati e aree edificabili sufficienti ad ammortizzare circa 6 milioni di abitanti. La maggior parte della popolazione locale non riesce ad acquistare gli appartamenti nonostante il loro prezzo molto basso (tra i soli 150 ei 300 dollari al metro quadrato). Sebbene lo stock di appartamenti cambi nel tempo, sembra rimanere molto ampio e immediatamente disponibile per l’occupazione da parte dell’intera popolazione di Gaza. In una delle due città sopra citate, con il costo medio di un appartamento di 3 locali di 95 mq per circa 2,2 milioni di abitanti, si può stimare che l'importo totale sarà necessario per trasferire dal Egitto per finanziare Il progetto sarà realizzato dell’ordine di 5 -8 miliardi di dollari. Questa somma rappresenta solo un valore compreso tra l’1% e l’1,5% del PIL dello Stato di Israele e può essere facilmente finanziata dallo Stato di Israele, anche senza alcun aiuto internazionale".
Il piano sionista "Grande Israele" del 1982 e le aspirazioni espansionistiche di Netanyahu per occupare la "terra promessa" dal Nilo all'Eufrate - RETROSCENA
Di recente, inoltre, ha fatto molto discutere la foto di un soldato israeliano con una patch sull'uniforme rappresentante l'immagine del "Grande Israele". L'espressione si riferirebbe al piano espansionistico di matrice sionista volto a ridisegnare i confini del Medio Oriente a vantaggio dello Stato di Israele. L'ossessione israeliana di espansione nella regione prende avvio da un passaggio della Bibbia che delinea i confini della "terra promessa" "dal Nilo all'Eufrate" che coprirebbero gli attuali territori di Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria meridionale con Damasco, parte dell'Iraq, parte dell'Egitto e una parte dell'Arabia Saudita.
Già nel 1982 il "Piano Yinon" dell'ex funzionario israeliano Oded Yinon teorizzava che Israele potesse garantirsi il dominio regionale promuovendo la frammentazione (balcanizzazione) degli stati arabi in entità più piccole e deboli. In quel documento non si citava una vera e propria espansione territoriale, ma sì veniva teorizzato il controllo indiretto della regione attraverso divisioni interne. Alla luce degli sviluppi odierni nella regione medio orientale, molti analisti geopolitici hanno rivisto questo piano in relazione alla politica di occupazione della Palestina e dell'aggressione al Libano portata avanti dallo stato ebraico.