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Mezz'ora in più, vaccino anti-Covid e tso, metodologia nel conteggio dei decessi: gli aspetti nodali della pandemia

L’opinione di Andrea Migliavacca

07 Dicembre 2020

Mezz'ora in più, vaccino anti-Covid e tso, metodologia nel conteggio dei decessi: gli aspetti nodali della pandemia

La domenica, per molti, è un giorno di riposo, nel quale, ove possibile, nella tranquillità domestica, ci si accomoda sul divano, davanti al televisore. Nel dopopranzo, si alternano tra i vari canali delle emittenti pubbliche, trasmissioni di intrattenimento ed altre di attualità.

Per chi si fosse sintonizzato su Rai 3, a Mezz’ora in più, erano ospiti nell’ordine, il Commissario Arcuri, il reggente del M5S, Crimi, il Dott. Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ed il Prof. Silvestri, ordinario di Patologia Generale alla Emory University di Atlanta.

Lo spettatore medio – probabilmente appesantito dal pasto domenicale – non si è particolarmente concentrato sugli interventi dei primi due ospiti, ma col Dott. Miozzo e, poi, col Prof. Silvestri, ha visto ridestare la propria attenzione, improvvisamente.

L’intervento del coordinatore del CTS, che non ha nascosto i rapporti talvolta conflittuali con la politica di cui il comitato è promanazione, ha posto l’attenzione su due aspetti nodali della vicenda Covid. Anzitutto, (1) la metodologia seguita per la classificazione dei decessi. Il CTS non ha ritenuto rilevante (con ciò facendo una parafrasi) discriminare se il decesso fosse determinato dal Covid, ma che il tampone del deceduto fosse positivo. Circostanza che, invece, sotto il profilo statistico, potrebbe, per i maliziosi, far ritenere che la preposizione “con” da contrapporre all’altra “da”, adoperate indistintamente, probabilmente avrebbe consegnato numeri differenti. L’altro aspetto, non meno secondario, è (2) quello dell’obbligatorietà (o meno) vaccinale.

Il ragionamento giuridico sotteso dal Dott. Miozzo – il quale giustamente ha rammentato che l’iniziativa imponga la promulgazione di una legge primaria (e tale non può definirsi il DPCM) – è stato demolito da una poderosa affermazione della conduttrice – sostenitrice accanita del vaccino – per la quale si debba “… prenderli per il collo e farli vaccinare”.

Il pacato intervento del Prof. Silvestri che, con grande semplicità ha illustrato le varie tipologie di vaccino anticovid, ha distolto per un momento il disorientato spettatore dalle perplessità sollevate dalla conduttrice. Ha specificato, con la necessaria sintesi, i meccanismi che distinguono i vaccini in via di perfezionamento, indicando quelli sui quali le multinazionali del farmaco si sono concentrate. Ha anche rimarcato, senza tono polemico (quello che invece dovrebbe essere agitato dalla politica internazionale), come la Cina abbia già elaborato e diffuso il proprio vaccino del quale, tuttavia, ancora poco si conosce.

Le fasi che precedono l’immissione nel mercato di un vaccino “sicuro”, come è noto, richiedono del tempo, che – malgrado l’avanzare della tecnologia – pare debba comunque essere rispettato; ciò, proprio per evitare che gli effetti “collaterali” siano nel breve, ma anche nel lungo, periodo, peggiori rispetto alla malattia che si intende prevenire. Pare, poi, che la copertura vaccinale sia limitata nel tempo (non si comprende se per la mutevolezza dell’agente patogeno, o per l’incongrua risposta immunitaria) e che quindi ci sia la necessità di un richiamo o di un nuovo (quindi diverso) vaccino.

Prima di attivare il meccanismo del trattamento sanitario obbligatorio, secondo i meccanismi ricordati dal Dott. Miozzo, occorre grande prudenza.

La Corte Costituzionale si è più volte espressa sul punto affermando che nel bilanciamento fra il diritto alla salute (art. 32 Cost.) ed il diritto di autodeterminazione dell’individuo (art. 2 Cost.), prevale il primo. Un principio solidaristico, in virtù del quale l’interesse della collettività prevale sull’individuo. Occorre solo comprendere quale sia il prezzo.

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