04 Dicembre 2020
Piero Di Lorenzo (fonte foto Lapresse)
"Da quando è stato reso pubblico il prezzo di vendita del vaccino contro il Coronavirus, abbiamo cominciato a subire attacchi hacker professionali violentissimi, che si sono intensificati quando è stata resa pubblica la quantità di oltre tre miliardi di dosi che sarebbe stata prodotta". A lanciare l'allarme è Piero Di Lorenzo, presidente e amministratore delegato dell'Irbm Pomezia, durante un'intervista a La Repubblica.
Sono saliti a sette gli attacchi informatici che ha subito Irbm - l'azienda che ha collaborato con l'università di Oxford - non appena si è saputo il prezzo di vendita del vaccino anti-Covid 19 (2,80 euro a dose), prodotto e commercializzato su vasta scala da AstraZeneca.
Ma da dove provengono tali attacchi? "Posso solo dire che sono stati lanciati dall’estero", risponde Di Lorenzo a La Repubblica. L'obiettivo è "entrare nel server dell’Irbm, rubare i dati sensibili dell’operazione vaccino" continua.
"Solo grazie agli specialisti e alle difese aziendali, e con l’aiuto delle istituzioni preposte, abbiamo potuto resistere. Ora non possiamo più utilizzare mail e telefoni per tutte le comunicazioni di dati sensibili e le garantisco che è un bel granello di sabbia nell’ingranaggio".
Infine Di Lorenzo precisa: "Sarei ipocrita se rispondessi che non ho pensato al gioco geopolitico che potrebbe essere dietro a questi fatti, di cui ho sentito parlare da alcuni opinionisti. Ma, siccome passa un chilometro sopra le nostre teste, preferisco scacciare i brutti pensieri".
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