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Decreto Natale è un DECRETO LEGGE, non un DPCM: differenze

Decreto legge e Dpcm sono la stessa cosa? No, ecco le differenze

19 Dicembre 2020

Decreto Natale è un DECRETO LEGGE, non un DPCM: differenze

Camera (fonte foto LaPresse)

Decreto Natale è un DECRETO LEGGE, non un DPCM: differenze e cosa cambia

Il Decreto Natale 2020 è diverso dagli altri provvedimenti presi dal Governo per imporre misure più rigide nel corso della pandemia da Covid. Se fino a due settimane fa, abbiamo sempre sentito parlare di Dpcm, questa volta il premier Giuseppe Conte ha specificato che le nuove misure per le festività natalizie sono state introdotte con un decreto legge. Qual è la differenza? che cosa cambia?

Dpcm e decreto legge: differenza

Nell'ordinamento italiano, la funzione legislativa è affidata al Parlamento. Negli ultimi mesi gli italiani si saranno accorti però che i provvedimenti sono stati adottati dal governo.

Il dpcm, acronimo di Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri, è un atto amministrativo che non ha forza di legge. Si tratta di un decreto ministeriale con carattere di fonte normativa secondaria. La sua funzione è dare attuazione a norme oppure varare regolamenti attuativi di norme primarie.

Il decreto legge invece è un atto con valore di legge, adottato dal Governo nei casi di straordinarietà e urgenza. È un atto emanato dal Presidente della Repubblica ed ha efficacia dal momento della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il decreto legge ha efficacia immediata, non è prevista la vacatio legis. Questo tipo di provvedimento viene adottato quando non è possibile sostenere la normale prassi parlamentare per l’emanazione di una legge. Il decreto legge è disciplinato nell’art. 77 della Costituzione.

Decreto legge e Dpcm: diversi effetti

Dpcm e decreto legge si differenziano sia sotto il profilo formale sia sostanziale. Gli effetti del decreto legge sono provvisori. Questo provvedimento è infatti adottato in casi straordinari di necessità e urgenza. Dopo la sua emanazione, il Parlamento deve convertire il decreto legge in legge dello stato entro 60 giorni dalla sua pubblicazione sulla G.U. Nel periodo immediatamente successivo alla sua entrata in vigore, esso produce tutti gli effetti e va applicato. La mancata conversione in legge da parte del Parlamento fa però venir meno tutte le disposizioni contenute nel provvedimento e gli effetti prodotti fino a quel momento.

Quanto ai Dpcm, trattandosi di decreti ministeriali, non possono derogare a quanto stabilito dalla Costituzione né alle leggi primarie. È sempre una fonte normativa superiore a richiedere l’adozione di regolamenti e disposizioni chiarificatrici tramite l’emozione di D.M.

Attraverso la forma del decreto ministeriale possono essere poste tanto norme generali e astratte, quanto disposizioni particolari: nel primo caso un decreto ministeriale riveste natura di regolamento e costituisce quindi una fonte del diritto autonoma; nel secondo caso esso costituisce un mero atto amministrativo. Per effetto della riserva assoluta di legge (vedi. art. 25 Cost.), le norme contenute nei Dpcm non possono riguardare norme penali.

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