14 Novembre 2020
Conferenza stampa del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri - Fonte: LaPresse
La curva epidemiologica ha iniziato a raffreddarsi. È quanto comunica il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri. I dati indicano che, finalmente, la situazione sta migliorando. Va detto comunque che è ancora troppo presto per stabilire se questo rallentamento possa essere considerato come l’inizio della fine della seconda ondata o sia, invece, un episodio estemporaneo.
Per avere una chiara idea dell’evoluzione del contagio del nuovo Covid-19, bisogna prendere in considerazione tutta una serie di indicatori in grado di disegnare un quadro realistico della situazione. Il primo, il rapporto di positività dei tamponi, ottenuto mettendo in relazione il numero di tamponi positivi sul totale di quelli effettuati, ha iniziato a mostrare i primi segnali di miglioramento. Dopo due mesi di costante ascesa, il 9 novembre si è toccato l’apice, quando il dato è arrivato al 17,1%. Da lì in poi, il rapporto di positività ha cominciato a calare. “È un segnale che mi spinge ad avere un minimo di ottimismo", ha confessato al Corriere della Sera, Enzo Marinari, professore di Fisica alla Sapienza di Roma.
Anche l’indice Rt ha cominciato a far ben sperare. Secondo Fabio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, “stiamo assistendo a una piccola riduzione del Rt, ora fermo mediamente a 1,7, e questo è un dato positivo”. Occorre comunque aspettare, dal momento che si era previsto che il picco dei ricoveri dovesse verificarsi intorno a metà novembre, motivo per cui è ancora troppo presto per festeggiare.
Altri strumenti per tenere sotto controllo sono il numero dei morti, insieme a quello delle terapie intensive. Al momento il trend è in crescita. Analizzando questi dati, va però considerato che esiste uno sfasamento temporale tra i contagi e le morti. Dunque, a breve, ci si aspetta una diminuzione di questi indicatori, essendo che i ricoverati dovrebbero diminuire.
Pregliasco ha poi sostenuto come i segnali di positività vadano cercati non tanto in un abbassamento della curva, cosa che al momento non è ancora avvenuta, quanto piuttosto in un rallentamento della sua crescita.
A far tornare tutti con i piedi per terra ci pensa però il fisico Giorgio Parisi. Intervistato dal Corriere della Sera, Parisi sostiene che un’ipotesi da considerare sarebbe quella secondo cui il miglioramento dei dati si dovrebbe piuttosto a un’inefficacia del sistema di tracciamento. Sarà quindi necessario attendere le prossime settimane, durante le quali saremo in grado di tracciare un quadro realistico dell’avanzamento della pandemia nel nostro Paese.
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