05 Novembre 2020
Continua la bufera scatenatasi intorno al nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte, che divide l'Italia in zone rosse, arancioni e gialle in base alla diffusione dei contagi. Le misure sono diverse in base all'area considerata: più rigide in quelle a rischio, più morbide in quelle con contagi inferiori. Le Regioni non ci stanno, in particolare quelle "rosse".
"Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte pretendo dal Governo chiarezza". Così il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, commentando la decisione del Governo di rendere la Regione zona rossa.
Cirio continua a chiedere perchè scelte così importanti siano state prese "su dati vecchi di almeno 10 giorni" e non sia stato considerato "il netto miglioramento dell'Rt". "Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte - ribadisce il governatore su Facebook. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza". Il Presidente piemontese rivela poi di "aver dormito poco". "Perché per Regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso - si chiede ancora Cirio - Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte, pretendo dal Governo chiarezza".
"Le richieste formulate dalla Regione Lombardia non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando la decisione del Governo di rendere la Lombardia zona rossa.
"Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale". Così il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che annuncia un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro della Salute. "Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri - spiega Spirlì - al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di "chiudere" una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d'Aosta".
"Le Regioni hanno chiesto di avere i fogli di calcolo utilizzati dal Cts, io l'ho ribadito anche ieri: è importante avere chiarezza sul perché siamo nella zona rossa, anche come elemento di chiarezza nei confronti dei cittadini". Così il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, intervenendo in Consiglio regionale. "I numeri sono belli - ha tuonato il governatore - perché non si prestano a interpretazioni".
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