16 Ottobre 2020
Palazzo Chigi - Conferenza del Presidente del Consiglio sui provvedimenti anti contagio - Fonte: LaPresse
Il numero di casi positivi al Covid-19 continua ad aumentare. Oggi si è superata la soglia dei 10mila nuovi contagiati, a fronte di 150.377 tamponi effettuati. Lo spettro dei mesi di marzo e aprile torna dunque a ripresentarsi, nonostante la situazione di oggi sia evidentemente meno compromessa rispetto ai mesi tragici del lockdown primaverile. Sembra che l’Italia sia ufficialmente entrata nella famosa “seconda ondata” causata dal diffondersi del nuovo Coronavirus, costringendo il governo a imporre nuove chiusure e restrizioni.
Analizzando i numeri, emerge tuttavia che il 94% dei nuovi casi registrati sia asintomatico o paucisintomatico, e che dunque solo il restante 6% richieda un’assistenza medica, che sia a casa o in ospedale. Anche il numero delle terapie intensive, nonostante sia aumentato nelle ultime settimane, non desta ancora troppe preoccupazioni: sono 638 in tutta Italia. Nonostante ciò, c’è forte preoccupazione per la tenuta degli ospedali e di tutto il sistema sanitario nazionale (SSN) davanti all’avanzamento del numero dei contagi. Alcuni ospedali hanno già iniziato a ricevere in pronto soccorso esclusivamente pazienti Covid, facendo emergere interrogativi sulla possibilità che il SSN collassi nuovamente come successe a marzo. Emanuele Catena, direttore della terapia intensiva dell’ospedale Sacco di Milano, ha dichiarato che le preoccupazioni non sono tanto legate al numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, quanto piuttosto "all' andamento dei ricoveri. Da qualche giorno assistiamo a un aumento esponenziale delle richieste, tre giorni fa avevamo quattro ricoveri in più, poi ne abbiamo avuti otto e ieri ne abbiamo avuti undici. In queste ore la pressione è molto forte”.
Per rallentare la curva del contagio, il governo è già corso ai ripari, approvando un Dpcm che regola le attività di bar e locali, oltre a vietare gli sport di contatto a livello amatoriale. In Campania, il governatore De Luca ha chiuso le scuole, che erano state riaperte solo due settimane fa, fino alla fine del mese. Le ultime voci e indiscrezioni parlano anche della possibilità di imporre lockdown mirati in periodi in cui la situazione potrebbe degenerare, come ad esempio durante il Natale.
Ora ci si domanda però come sia possibile che, nonostante la drammatica esperienza di soli sei mesi fa, il governo si trovi ancora nella situazione di dover imporre chiusure e divieti per evitare il collasso della sanità. Un articolo pubblicato su ilGiornale.it ha evidenziato i gravi errori commessi dal governo nella gestione della fase due, ovvero quella iniziata il 4 maggio, giorno in cui venne rimosso il lockdown. Viene evidenziato come, nonostante tutti gli sforzi compiuti nei mesi più difficili, non sia stato preparato un vero e proprio piano pandemico in grado di reggere l’urto della più che prevista “seconda ondata”.
Per quanto riguarda l’aspetto dei tamponi e del tracciamento dei contagiati, ci si interroga su come sia possibile che dopo così tanto tempo non sia ancora a disposizione una strategia che permetta di eseguire tamponi rapidi alla popolazione, evitando la creazione di code e assembramenti nei luoghi designati per effettuare i test. Roma e Napoli, ma anche altre città come Milano, sono ormai alle prese con lunghissime code ai drive-in o nei pronto soccorso da parte dei cittadini, costretti ad aspettare ore, talvolta anche più di un giorno, per riuscire a effettuare il tampone.
Altro questione che difficilmente può trovare risposta è il caso vaccini anti-influenzali. Sin dai primi mesi dell’epidemia, il governo ha iniziato a ricordare ai cittadini come sia, giustamente del resto, fondamentale vaccinarsi contro l’influenza stagionale, per evitare che i casi di semplice influenza si mischiassero con quelli del Covid-19. A metà ottobre è tuttavia praticamente impossibile trovare i vaccini, con le farmacie rifornite in maniera insufficiente rispetto alle richieste. Stessa storia sui mezzi pubblici, decantati come luogo di estrema pericolosità per la diffusione del contagio; appare oggi evidente come non si sia presa nessuna misura di potenziamento del servizio. I video virali su internet degli studenti accalcati per arrivare a scuola stona fortemente con gli sforzi richiesti fino ad oggi a tutta la popolazione.
Ecco quindi che la, anche solo remota, possibilità che venga imposto un secondo lockdown, con le gravissime ripercussioni che ne seguirebbero per l’economia del nostro paese, dovrebbe far domandare come sia possibile che possa essere ancora questa la soluzione adottata dal governo per tutelare la salute dei cittadini. Forse ci si sarebbe dovuti impegnare di più durante gli apparentemente tranquilli mesi estivi, durante i quali sarebbe stato bene sforzarsi per aumentare in maniera cospicua le terapie intensive, evitando che una prevedibile impennata dei contagi causasse nuove chiusure e limitazioni.
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