13 Ottobre 2020
Autobus (fonte foto LaPresse)
Il Dpcm contenente le nuove misure per contrastare il coronavirus è stato firmato dal premier Conte e dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Tutte le misure, dallo stop alla movida alle raccomandazioni sulle feste in casa, saranno valide per il prossimo mese. Tuttavia, una delle questioni che resta apparentemente irrisolta è quella del trasporto pubblico locale, sotto pressione principalmente a causa della scuola.
Le associazioni rappresentative delle aziende del trasporto pubblico locale, i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi sono state convocate dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli per discutere le misure di contenimento sui mezzi pubblici. Durante la riunione sarà preso in considerazione il flusso dei passeggeri che utilizzano i mezzi pubblici e saranno analizzate alcune delle probabili situazioni problematiche (assembramenti a bordo dei mezzi e all'interno delle stazioni). Si spera che l'eventuale diminuzione dall'80% al 50% della capienza massima dei mezzi sia accompagnato da una riduzione della pressione degli utenti. Nel caso di riduzione del valore del coefficiente di riempimento dei mezzi pubblici, "risulterebbe difficile per gli operatori del Tpl continuare a conciliare il rispetto dei protocolli anti Covid-19 e garantire allo stesso tempo il diritto alla mobilità per diverse centinaia di migliaia di utenti ogni giorno, con il conseguente rischio di fenomeni di assembramento alle fermate e alle stazioni", spiega una valutazione fatta dall'Ufficio studi dell'Asstra (associazione che riunisce le società di trasporto pubblico locale).
Inoltre "si rischierebbe di non poter soddisfare da oltre 91mila (ipotesi capienza massima consentita al 75%) a circa 550mila spostamenti ogni giorno (scenario al 50%), arrecando un notevole disservizio quotidiano all'utenza. Andando nello specifico, ipotizzando una riduzione al 50% della capienza massima, si impedirebbe a circa 275mila persone al giorno di beneficiare del servizio di trasporto sia per motivi di studio che di lavoro".
Lo studio mette in evidenza anche un altro problema correlato alla riduzione della capienza dei mezzi pubblici: si potrebbero verificare da 42mila a oltre 250mila spostamenti in auto in più ogni giorno. Ci sarebbero dunque delle significative ripercussioni in termini di emissioni inquinanti dal momento che l'autovettura, rispetto ad un autobus, emette per passeggero*km maggiori emissioni di CO per un valore pari +1.741%, oltre che il +57,1% di PM10 ed il +42,1% di PM2,5. Per quanto riguarda la CO2, in Italia un'auto emette in media in città oltre 3 volte di anidride carbonica rispetto ad un autobus, con un valore pari al +213,6%.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia