24 Settembre 2020
Fonte: LaPresse.it
"Io non ho convocato alcuna riunione, alcuna congiunta", dice il reggente Vito Crimi dopo la decisione di fare un passo indietro e di non presenziare all'assemblea dei gruppi. E' solo l'ultimo degli indizi che rivelano il malessere in casa 5 Stelle.
«I capigruppo - si legge su Repubblica - inizialmente avevano indetto le loro assemblee, poi hanno deciso di farle insieme, ma io non c’entro». I capigruppo guideranno la discussione e ne comunicheranno gli esiti a Crimi, che lunedì incontrerà anche una delegazione degli eletti nelle Regioni e nei Comuni. L’autogestione delle assemblee - continua Repubblica - è solo l’ultima uscita di un Movimento fuori controllo. In cui a guidare, di fatto, torna Luigi Di Maio, che lancia il modello Pomigliano — l’alleanza con il Pd nei Comuni — per le grandi città. E non ostacolerebbe neanche la pazza idea del Pd, candidare Roberto Fico come sindaco di Napoli in coalizione — si vota la prossima primavera — facendo sì che la presidenza della Camera vada a uno dei dem.
In un gruppo parlamentare, prosegue Repubblica, che contava 333 persone tra Camera e Senato, è ridotto ora a 293 e — stando ai calcoli che si fanno nelle riunioni riservate — non spera in più di 90-100 seggi alle prossime politiche. Così non sono in gioco tanto e solo le idee, quanto i destini personali. A partire da quelli di chi è al secondo mandato e quindi, a regole vigenti, in Parlamento non potrebbe tornare.
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