Russia e Bielorussia tornano a gareggiare alle Paralimpiadi, il Comitato: "Basta con la sospensione", Cremlino: "Ora le Olimpiadi"
L’Assemblea dell’Ipc a Seul restituisce pieni diritti ai Comitati di Mosca e Minsk: gli atleti tornano a gareggiare, lo sport prevale sulla politica
Il Comitato Tecnico delle Paralimpiadi ha deciso: Russia e Bielorussia possono tornare a gareggiare. Questa presa di posizione spezza la sospensione delle due nazionali dai giochi internazionali. Il Cremlino si è dichiarato molto soddisfatto della decisione e ha detto che il prossimo passo saranno le Olimpiadi.
Russia e Bielorussia tornano a gareggiare alle Paralimpiadi, il Comitato: "Basta con la sospensione", Cremlino: "Ora le Olimpiadi"
Dopo due anni di esclusione, gli atleti paralimpici di Russia e Bielorussia potranno tornare a gareggiare con i propri colori. L’Assemblea Generale del Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc), riunita a Seul, ha votato a larga maggioranza per revocare le sospensioni parziali imposte nel 2023, restituendo a Mosca e Minsk pieni diritti e privilegi di appartenenza. Una decisione che segna un cambio di passo importante: lo sport torna al centro, al di sopra delle divisioni geopolitiche.
La scelta dell’Ipc spalanca così le porte ai Giochi Paralimpici di Milano-Cortina 2026. Gli atleti russi e bielorussi potranno finalmente partecipare da protagonisti, dopo essere stati costretti a subire penalizzazioni che nulla avevano a che vedere con il merito sportivo. Spetterà comunque alle singole federazioni internazionali stabilire l’effettiva ammissione, ma il messaggio è chiaro: la competizione non può essere ostaggio della politica.
Non mancano le polemiche, soprattutto dall’Ucraina, che parla di “tradimento dello spirito olimpico”. Tuttavia, è difficile ignorare che escludere interi popoli a causa delle decisioni dei loro governi significhi colpire gli atleti più deboli, spesso già segnati da percorsi di vita difficili. Nel paralimpismo, dove valori come inclusione e uguaglianza dovrebbero contare più di ogni altra cosa, la discriminazione politica rischiava di minare la credibilità del movimento.
A sostegno della decisione si è espresso anche Marco Giunio De Sanctis, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, che auspica un allineamento del Cio: “Gli atleti devono gareggiare, bandiere e inni sono questioni politiche. Lo sport ha bisogno di unità”.
La revoca delle sospensioni non significa ignorare i conflitti, ma ribadire che le Paralimpiadi devono rimanere un terreno neutrale, dove a parlare siano impegno, fatica e talento, non propaganda e sanzioni. Il passo dell’Ipc può essere letto come un segnale di distensione: un invito a riportare al centro lo sport, capace di unire laddove la politica divide.