Addio a Nikola Pilić, morto a 87 anni l'allenatore di tennis, ha guidato Croazia al trionfo in Coppa Davis nel 2005 ed è stato mentore di Djokovic
Conclusa la carriera da giocatore, Pilic diventò uno dei più rispettati allenatori e capitani del mondo. Conosciuto come “Mr. Coppa Davis”, ha scritto pagine indelebili della competizione: portò la Germania a vincere tre volte il trofeo (1988, 1989, 1993), guidando campioni come Boris Becker e Michael Stich
Il mondo del tennis saluta una delle sue figure più iconiche: Nikola “Nikki” Pilic è morto a Fiume all’età di 86 anni. Croato di nascita, jugoslavo per formazione, ma autentico cittadino del mondo, Pilic ha attraversato oltre mezzo secolo di storia del tennis con il raro privilegio di esserne stato protagonista in ogni ruolo: giocatore, allenatore, capitano e mentore.
Addio a Nikola Pilić, morto a 87 anni l'allenatore di tennis, ha guidato Croazia al trionfo in Coppa Davis nel 2005 ed è stato mentore di Djokovic
Nato a Spalato, Pilic si avvicinò al tennis quasi per caso da adolescente, sui campi del circolo Firule. Negli anni Sessanta la sua carriera decollò: nel 1964 vinse il suo primo titolo a Mosca, e nel 1967 raggiunse la semifinale a Wimbledon battendo Roy Emerson. Con l’inizio dell’Era Open, nel 1968, fu tra i membri fondatori degli “Handsome Eight”, un gruppo di otto tennisti scelti per lanciare il nuovo circuito professionistico World Championship Tennis, pietra miliare nella transizione verso un tennis moderno e globale.
Nel 1970, Pilic visse il suo anno d’oro: sconfisse Rod Laver e John Newcombe al Bristol Open e conquistò il titolo di doppio agli US Open insieme al francese Pierre Barthès, battendo proprio Laver e Newcombe. In singolare salì fino al numero 6 del mondo, con nove titoli all’attivo. Tre anni dopo, nel 1973, raggiunse la finale del Roland Garros, dove fu sconfitto da Ilie Nastase.
Ma fu sempre nel 1973 che Pilic divenne simbolo di una battaglia epocale: accusato dalla federazione jugoslava di aver disertato un match di Coppa Davis per partecipare a un torneo in Canada, fu sospeso e quindi escluso da Wimbledon. In segno di solidarietà, 81 professionisti boicottarono lo Slam londinese, tra cui 12 delle 16 teste di serie. Quell’anno passò alla storia come “l’anno del boicottaggio”, e proprio da quell’evento nacque l’ATP come organismo rappresentativo dei giocatori, con l’introduzione del ranking ufficiale da agosto dello stesso anno. Pilic ne fu, indirettamente, il catalizzatore.
Conclusa la carriera da giocatore, Pilic diventò uno dei più rispettati allenatori e capitani del mondo. Conosciuto come “Mr. Coppa Davis”, ha scritto pagine indelebili della competizione: portò la Germania a vincere tre volte il trofeo (1988, 1989, 1993), guidando campioni come Boris Becker e Michael Stich. Fu anche l’artefice della vittoria della Croazia nel 2005 e, da consulente, contribuì al trionfo della Serbia nel 2010. È l’unico ad aver vinto la Davis Cup con tre nazioni diverse.
Il suo contributo allo sviluppo del tennis in Germania fu enorme: il boom degli anni Ottanta non fu solo merito di Becker e Steffi Graf, ma anche del lavoro silenzioso e costante di Pilic, capace di far appassionare milioni di tedeschi. Il trionfo del 1988 a Göteborg contro la Svezia fu per lui il momento più memorabile: “Nessuno se lo aspettava. Sembrava di poter camminare sull’acqua”, raccontava.
Fino a tarda età ha continuato a lavorare con giovani promesse nella sua accademia croata, formando talenti come Novak Djokovic, che lo ha definito “uno dei mentori più importanti della mia vita e della mia carriera”. Pilic ha sempre mantenuto un forte legame con la federazione tedesca, collaborando come consulente tra il 2015 e il 2017.
Fino all’ultimo è rimasto attivo e in forma: giocava ancora tre volte a settimana, come ha ricordato Carl-Uwe Steeb. La sua vita, come amava ripetere, si può riassumere con una semplice frase: “Io amo il tennis”.