Nazionale, se l’incapace Gravina non si dimette dalla Figc significa che il governo Meloni lo protegge, a pagare è soltanto Spalletti

Trovo indecente che a pagare sia anche stavolta soltanto l’allenatore: chi protegge Gravina? Quali relazioni gli consentono - nonostante una indagine in corso - di rimanere lì con l’arroganza dell’intoccabilità.

In una epoca di talent e giurie, in una epoca dove la politica deve misurarsi ogni settimana con il consenso e in ogni medio periodo con una elezione, ci sono pochi feudi che restano chiusi nelle bolle (e nelle balle). La Federcalcio, cioè il governo del pallone, è tra questi. Cos’altro deve accadere nel calcio perché l’incapace presidente Gravina se ne vada? Gravina è incapace, fallimentare e scarso: chi lo spalleggia?

È tutto così imbarazzante da tempo: allenatori fallimentari; bocciature sul campo senza appello figlie di modelli organizzativi altrettanto perdenti; scandali nelle società sportive e modelli di giustizia sportiva che paiono il mercato delle vacche alle fiere di paese; vivai alla mercé di procuratori senza scrupoli che portano in Italia ragazzini dai Continenti più poveri nella speranza di piazzare qualche colpo e tanto altro sotto gli occhi di tutti. Avevamo un allenatore che ci ha fatto vincere un trofeo - e solo lui sa quanta umanità c’è voluta per compiere il miracolo - e invece di coccolarlo, rassicurarlo e fare di tutto per convincerlo, lo lasci andare via?

Infine queste dimissioni di Spalletti date - fatto più unico che raro - dall’allenatore in conferenza stampa invece che dal presidente della Figc, il quale aveva il dovere di presentarsi in conferenza stampa e annunciare assieme al benservito del mister anche le proprie dimissioni. Quel che sta accadendo in questi giorni nel calcio è squallido, non c’è altro termine. C’è un odore acre, rivoltante.

Allora mi domando: chi è questo Gravina? Quale rete lo protegge? Possibile che resti impermeabile a qualsiasi situazione? Il governo Meloni che ha un ministro dello Sport (Abodi) non ha niente da dire? Ogni minuto di silenzio equivale a un minuto di solidarietà, di appoggio, di conveniente conservazione dello status quo. Trovo indecente che a pagare sia anche stavolta soltanto l’allenatore: chi protegge Gravina? Quali relazioni gli consentono - nonostante una indagine in corso - di rimanere lì con l’arroganza dell’intoccabilità. Gravina è il presidente di un calcio incrostato, che non ci fa più sognare, che sta negando alle giovani generazioni di vivere non dico il trionfo mondiale ma anche solo la gioia di poterlo consumare nella girandola di emozioni che solo alcuni tornei generano.

Cara Meloni e caro governo sovranista, se la nostra Nazionale di Calcio non appassiona né gli atleti né i giovani (<La Nazionale non la guardo, non mi interessa>), il fallimento è anche vostro, è un fallimento politico, sportivo e culturale assieme. Il calcio è un vettore di identità dunque è un agente funzionale alla costruzione di quello spirito nazionale e pure patriottico che dovrebbe stare a cuore a un governo conservatore, a un governo di centrodestra animato da un partito che parla di Patria.

Dov’è Abodi? Salga a bordo della nave, cazzo, e si faccia sentire. Non venite a raccontarci che non potete fare nulla perché altrimenti vi spiattelliamo tutti i campi dove non dovreste intervenire e intervenite, a cominciare dalle partite finanziarie e bancarie. Presidente Meloni, questa battaglia è molto identitaria: se Gravina resta al suo posto significa che lei e il suo governo lo volete lì!

di Gianluigi Paragone