16 Aprile 2021
Canottaggio (fonte pixabay)
In vista delle Olimpiadi del 2026, la Canottieri Milano, una delle polisportive centenarie del capoluogo lombardo, si trasformerà con un occhio al passato e uno al futuro, facendo leva sulla sua indole green e internazionale: "Cinquanta metri di piscina olimpionica scoperta per fine mese e postazioni fitness immerse nel verde. Gli spazi en plein air sono la nostra forza. Vogliamo sostituire definitivamente il pallone della piscina con una copertura che si possa aprire e chiudere quando si vuole, anche in inverno", racconta in un'intervista al Corriere della Sera il nuovo presidente Stefano Spremberg.
"Punteremo sulla geotermia per il riscaldamento, il raffreddamento e per alimentare le piscine senza gravare sull’acquedotto urbano- continua continua- I materiali naturali e riciclati (truciolati di legno, scarti tessili o canapa) saranno utilizzati per rifare il look al campo da basket, ai sette da tennis e a quello dedicato al paddle. Elimineremo la plastica e pianteremo arbusti, alberi da frutto e piante fiorite. Abbiamo in mente un nuovo ristorante bio con l’orto «a metro zero» e vogliamo abbattere una parte del muretto di cinta che si affaccia sull’Alzaia del Naviglio Grande per inaugurare un bar dedicato anche ai pedoni e ai ciclisti di passaggio"
Infine una grande palestra, la quale si ergerà su "tre piani, tutta vetrata e con vista proprio sul corso d’acqua e il ponte di Leonardo da Vinci".
La Canottieri Milano nasce il 15 ottobre 1890 su idea del consigliere Guido Alessandro Bonnet della “Forza e Coraggio”, come società di canottaggio, a cui nel tempo si sono aggiunti i vari sport della Canottieri Milano: nuoto, pallanuoto, pallacanestro, tuffi, tennis e atletica. Il 22 gennaio 1891 viene approvato lo statuto sociale e la costituzione della Canottieri Milano è sancita il 15 marzo 1891 con l’inizio delle attività sociali e sportive.
Sede della Società Canottieri Milano sarà un locale lungo le rive dell’Olona presso il viale Genova (come si chiamava allora)
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Spremberg, campione di canottaggio, deve molto a questa realtà, alla quale si dice molto affezionato: "Avevo 15 anni quando convinsi l’allenatore Armido Torri a farmi entrare in squadra (non potevo permettermi i corsi), gli dissi “non si pentirà”. Mi allenavo molto più di quanto previsto e l’anno dopo ero già considerato una promessa della nazionale", ricorda.
"La Canottieri Milano è la mia famiglia, è un luogo frequentato da persone che amano lo sport. Non ci sono interessi di guadagno, tutto viene investito per i lavori di ristrutturazione e per far allenare i giovani. Per questo vogliamo attrarre nuovi soci e rendere l’intera struttura all’avanguardia, anche per far fronte a un anno difficile per le restrizioni anti-Covid", conclude il Presidente.
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