Eurovision 2026, Israele parteciperà al festival: Ebu approva con 738 sì, 264 no; Spagna e Paesi Bassi si ritirano, Lubiana e Dublino verso boicottaggio
A sostegno della partecipazione israeliana si sono dichiarate Germania, Austria e Ucraina. Il presidente israeliano Herzog è intervenuto, ringraziando e augurandosi che la competizione "continui a celebrare l'amicizia tra le nazioni"
Israele parteciperà alla 69esima edizione dell'Eurovision Song Contest. È quanto è stato annunciato dagli organizzatori dell'annuale Festival di musica europeo che il prossimo anno si terrà a Vienna tra il 12 e il 16 maggio. Una decisione inaspettata, che ha già avuto le sue ricadute: per protesta, Irlanda, Spagna e Paesi Bassi hanno già annunciato il ritiro, mentre altri Stati si preparano a boicottare la competizione.
Eurovision 2026, Israele parteciperà al festival: Ebu approva con 738 sì, 264 no; Spagna e Paesi Bassi si ritirano, Lubiana e Dublino verso boicottaggio
Dallo scoppio del genocidio israeliano contro il popolo palestinese, la partecipazione di Israele all'Eurovision Song Contest è stato uno dei temi più dibattuti dall'opinione pubblica e dagli stessi Stati partecipanti. Oggi però Israele ha avuto un nuovo via libera: potrà prendere parte alla competizione musicale. A deciderlo è stata l'Assemblea Generale dell'EBU, Unione Europea di Radiodiffusione, a Ginevra, convocata dopo che alcuni Paesi avevano chiesto l'esclusione di Tel Aviv dalla gara soprattutto per la sua condotta contro Gaza e i palestinesi, e per presunte interferenze nelle votazioni del concorso. L'EBU si è così espresso: con 738 voti favorevoli alla partecipazione di Israele, contro 264 contrari e 120 astenuti.
Immediate sono state le reazioni di molti Paesi concorrenti, fra cui quelle di Spagna (uno dei Big), Irlanda (lo Stato che ha vinto di più insieme alla Svezia) e Paesi Bassi che, come già annunciato, hanno confermato il ritiro dalla competizione specificando che non trasmetteranno la gara. In particolare, l'emittente olandese Avrotros ha comunicato che l'ok ad Israele "non è più compatibile con la responsabilità che abbiamo come emittente pubblica". Simili dichiarazioni sono state date anche dalla radio tv pubblica spagnola Rtve, il cui segretario generale Alfonso Morales ha specificato come "la situazione a Gaza (...) e l’utilizzo del concorso per scopi politici da parte di Israele, rendono sempre più difficile mantenere l’Eurovision come un evento culturale neutrale".
Intanto, con l'Irlanda anche la Slovenia ha annunciato il boicottaggio alla competizione per protesta, annuncio pubblicato dall'emittente nazionale RTV sul suo sito web. Paesi invece come Germania, Austria e Ucraina, hanno sostenuto la presenza israeliana al contest. Sulla vicenda è intervenuto il presidente israeliano Isaac Herzog: "Israele merita di essere rappresentato su ogni palcoscenico del mondo e mi impegno pienamente e attivamente per questo". E ha aggiunto: "Spero che la competizione continui a celebrare la cultura, il canto, l'amicizia tra le nazioni e la comprensione culturale transfrontaliera".