Chi è Federico Monzino, l'imprenditore finito nel caso Bova-Ceretti: dai genitori alla fidanzata ai messaggi diffusi da Corona al Cranchi Yacht

Classe 1996, Federico Monzino avrebbe inviato a Fabrizio Corona gli audio privati tra Raoul Bova e la modella 23enne Martina Ceretti, dopo che l'attore non avrebbe ceduto ad un presunto ricatto

Federico Monzino è un imprenditore e pr milanese finito al centro dello scandalo che ha per protagonista Raoul Bova, il quale avrebbe tradito Rocio Munoz Morales con Martina Ceretti. Sarebbe stato proprio Monzino, secondo l'accusa, ad inviare a Fabrizio Corona audio e chat private fra l'attore e la modella 23enne, dopo che Bova non avrebbe ceduto ad un suo presunto ricatto.

Monzino sarebbe indagato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per tentata estorsione ai danni dell'attore. Il pr nega e afferma di essere stato "sentito solo come persona informata sui fatti".

Chi è Federico Monzino, l'imprenditore finito nel caso Bova-Ceretti: dai genitori al cantiere Cranchi Yacht alla fidanzata

Classe 1996, Federico Monzino ha 29 anni ed è l'ultimo erede di una delle famiglie più influenti del capoluogo lombardo, fondatrice del colosso Standa, nei primi del Novecento.

Il giovane rampollo fa parte del consiglio di amministrazione del Cranchi Yacht, un cantiere noto per la produzione di imbarcazioni di alta gamma, tradizione avviata dal nonno Tullio nel 1970. Un altro ramo importante della dinastia è legato al Centro Cardiologico Monzino, da anni un’eccellenza nella ricerca e cura delle patologie cardiache.

Monzino è un pr noto negli ambienti vip milanesi, è molto attivo sui social dove condivide spesso con i follower la sua passione per automobili di lusso e per i cavalli, e dove non nasconde il suo stile di vita elitario. Al momento non si sa se Federico Monzino abbia una fidanzata o meno.

Federico Monzino e i presunti messaggi ricattatori a Raoul Bova, l'invio a Corona degli audio con Martina Ceretti

Dietro all'esplosione del caso Bova-Ceretti ci sarebbe Monzino. Lui avrebbe inviato all'attore presunti messaggi ricattatori. Vedendo che Raoul Bova non cedeva al presunto ricatto avrebbe poi mandato gli audio fra lui e Martina Ceretti a Fabrizio Corona, il quale a sua volta li ha resi pubblici tramite il posdcat Falsissimo.

"Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? Per il tuo matrimonio, per la tua immagine, per il tuo presente e futuro lavoro. Altro che don Matteo... ho dei contenuti fra te e Martina cerretti (con la minuscola e due erre, ndr) che ti farebbero molto male. Capisci tutto questo che diventa di dominio pubblico...", si legge nel messaggio ricattatorio che, secondo l'accusa, Monzino avrebbe inviato a Raoul Bova l’11 luglio 2025. L’utenza sarebbe intestata a un prestanome.

"Comunque lunedì esce su falsissimo (altra minuscola), arriva a Corona, ma io posso non fare accadere tutto ciò... se mi vieni incontro blocchiamo tutto e rimane privato — si legge ancora nel messaggio considerato dalla Procura un tentativo di ricatto —. Se poi vuoi essere così gentile e farmi un regalo, dato che ti sto salvando il culo, sta a te. Ti evito una cosa pesantissima, dimmi quanto vale non pubblicare tutta quella roba... nelle mani di Fabrizio diventa una puntata di falsissimo... sono in contatto con lui".

Monzino però nega il ricatto e afferma di non essere "indagato, sono solo una persona informata sui fatti, come lo sono Corona e la Ceretti". Nello stesso tempo però ammette: "Io e Martina abbiamo contattato Corona insieme, perché lei voleva diventare famosa".

Di parere contrario è Fabrizio Corona che ha dichiarato: "L'audio e le chat di Raoul Bova mi sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer. Il consenso me lo hanno dato loro. Sotto effetto di sostanze, Federico Monzino e Martina Ceretti - come mi ha riferito la polizia - hanno contattato Raoul Bova per chiedergli dei soldi in cambio della mancata pubblicazione, all'interno di Falsissimo, del materiale in questione. Il tutto avvenuto totalmente a nostra insaputa".