Rai, Fuortes verso l'uscita da viale Mazzini. Pronto il tandem Sergio-Rossi per sostituirlo
Tanto tuonò che piovve e finalmente, come anticipammo in esclusiva lo scorso 14 aprile, è stata approvata la norma che consentirà di cambiare i vertici di viale Mazzini. Oggi in fatti c'è stato il via libera in Consiglio dei Ministri al decreto che contiene il nuovo limite di età, fissato a 70 anni, per i direttori stranieri di teatri e fondazioni liriche e apre la strada al passaggio dell'Ad Rai Carlo Fuortes al San Carlo di Napoli. Il governo va avanti, dunque, sul rinnovo dei vertici della tv pubblica, nonostante le frizioni nella maggioranza e i timori della Lega che Fratelli d'Italia possa assumere troppo potere a Viale Mazzini. Restano le proteste dell'opposizione, sia del Pd che di M5s, che parlano di "norma ad personam" e di "uso delle istituzioni per scopi di partito". L'attuale sovrintendente del San Carlo, Stephane Lissner, che ha compiuto 70 anni, dovrebbe decadere dall'incarico dopo che la norma entrerà in vigore, pur avendo annunciato che farà ricorso contro la decisione. Si attende ora che il decreto venga pubblicato, nel giro di qualche giorno, in Gazzetta Ufficiale. Successivamente la Fondazione Teatro di San Carlo potrebbe proporre il nome di Fuortes al ministro della Cultura, che farà poi un decreto ministeriale di nomina del nuovo sovrintendente. Solo allora, quando sarà chiamato per il nuovo incarico, l'Ad dovrebbe lasciare la guida di Viale Mazzini. E' da escludere - alle luce di queste indicazioni - che l'annuncio delle dimissioni da parte dell'Ad arrivi nel consiglio di amministrazione della Rai in programma domani. Le dimissioni, d'altronde, vanno presentate all'azionista, il ministero dell'Economia, e comunicate alla presidente Marinella Soldi e al collegio sindacale, prima di un'eventuale informativa di cortesia in cda. Occorrerà aspettare, dunque, questi passaggi, che - se non ci saranno complicazioni - potrebbero concludersi entro la prossima settimana, per procedere poi al rinnovo dei vertici di Viale Mazzini.
Il nome che dovrebbe essere indicato dal ministero dell'Economia, e poi ratificato in consiglio dei ministri, per la successione di Fuortes è quello del direttore di Radio Rai, Roberto Sergio, che dovrebbe essere affiancato nel ruolo di direttore generale da Giampaolo Rossi, destinato poi ad assumere la guida dell'azienda nel prossimo mandato. Tra le prime urgenze ci saranno i palinsesti autunnali, la cui presentazione è stata rinviata a luglio: c'è da decidere il futuro di Fabio Fazio, che ha il contratto in scadenza e viene da molti dato in uscita. Tra gli arrivi ci sarebbe, invece, Pino Insegno. L'obiettivo del centrodestra è rinnovare tutta la programmazione, dall'intrattenimento alla fiction, nella linea di un cambiamento della narrazione del paese, eliminando trasmissioni e derive che sono state criticate negli ultimi anni dai partiti dell'attuale maggioranza.
I nuovi vertici potrebbero poi procedere, in una prima fase, alla tornata di nomine. Per il Tg1 si fa sempre con maggiore insistenza il nome del direttore dell'Adnkronos Gian Marco Chiocci, anche se l'arrivo di un esterno provocherebbe le proteste dell'Usigrai e la scelta per la testata della rete ammiraglia di un giornalista vicino a Fdi, dopo quello di Nicola Rao che guida ora il Tg2, imporrebbe poi un riequilibrio. Lo pretende in primo luogo la Lega, che vedrebbe con favore il passaggio di Marcello Ciannamea all'Intrattenimento Prime al posto di Stefano Coletta; sia Forza Italia, che spinge per portare al Tg2 Antonio Preziosi, che lascerebbe così la guida di Rai Parlamento a Giuseppe Carboni, l'ex direttore del Tg1 gradito a M5s attualmente senza incarico. Da assegnare anche le caselle della Direzione Approfondimento e del Coordinamento editoriale, che Antonio Di Bella e Giuseppina Paterniti lasceranno per raggiunti limiti di età. In pista Corsini e Maggioni.