07 Aprile 2022
Onorevole Anzaldi, il caso Damilano ha creato una nuova polemica sugli esterni in Rai. Lei invece ha difeso la scelta di Fuortes e Orfeo: perché?
“Negli ultimi anni ho sempre chiesto la valorizzazione degli interni in Rai e contestato l’assunzione di esterni senza curriculum, catapultati in Rai per ragioni politiche. Pensiamo al biografo di Salvini, alla testimone di nozze di un deputato leghista, alla fan sfegatata di Salvini sui social, alla collaboratrice del Fatto Quotidiano promossa conduttrice di una trasmissione quotidiana pur senza alcuna esperienza paragonabile, tutti assunti in Rai in questi anni, oppure a Isoradio trasformata in una sorta di Radio Padania. E potrei, purtroppo, proseguire. In questo caso, però, parliamo di un giornalista, come Marco Damilano, che da anni fa l’opinionista fisso nelle trasmissioni di informazione più seguite su La7, che viene dalla direzione di un settimanale prestigioso come L’Espresso, che ha quindi un’esperienza innegabile. Poi vedremo quali saranno i risultati, non parlo tanto di ascolti quanto di notizie visto che si tratta di servizio pubblico: ad esempio quante agenzie usciranno da quella trasmissione, quanto il programma sarà ripreso su siti e giornali. In questo caso, però, mi sembra difficile attaccare preventivamente la Rai che si apre a una professionalità esterna. È comico che a farlo siano coloro che non hanno detto nulla, e forse sono stati tra gli artefici, in merito a ben altre assunzioni esterne”.
Quindi in certi casi è giusto che la Rai si apra agli esterni?
“In questi anni l’informazione del servizio pubblico è stata ridotta ai minimi termini, sia in termini di qualità che di quantità. Trasmissioni tagliate, tg trasformati in propaganda, nuove trasmissioni dalla chiara caratura partitica non premiate né dalla critica né dagli ascolti. Per questo una volta arrivato a palazzo Chigi, ho inviato una lettera aperta al presidente Draghi chiedendogli di sollecitare nomine esterne di garanzia persino tra i telegiornali, magari con giornalisti autorevoli e a fine carriera che sarebbero stati i più impermeabili alle pressioni politiche. Purtroppo questa proposta non è stata ascoltata, e i risultati li vediamo. Lo spettacolo di certi tg e certe trasmissioni è davvero imbarazzante. L’informazione Rai andrebbe totalmente rifondata, in ogni caso fortemente rivista e rafforzata. Mi auguro che il nuovo direttore degli Approfondimenti, Mario Orfeo, grazie alla sua lunga esperienza nel servizio pubblico trovi il modo di intervenire”.
Che cosa si aspetta?
“La Rai ha il dovere di fare informazione tutte le sere, è inaccettabile che ci sia un solo talk show in prima serata, peraltro campione di errori, violazioni del pluralismo e trash informativo come Cartabianca. Lo spettacolo che vediamo nelle ultime settimane con Orsini è davvero insostenibile, una spettacolarizzazione del dolore e del dramma dell’Ucraina che non pensavamo potesse trovare spazio proprio nella tv pubblica. Possibile che questo sia l’unico prodotto che la Rai sa proporre? Perché non c’è un talk show ogni sera? Perché La7, tv commerciale, ha ogni giorno un approfondimento, mentre la Rai, che per fare approfondimento è pagata con il canone dei cittadini e quindi non avrebbe neanche il problema degli ascolti, ha praticamente cancellato l’informazione dalla prima serata? Ben venga, quindi Damilano, e ben vengano anche tante altre trasmissioni, ma soprattutto ben venga la qualità. Se un esterno aumenta la qualità, fa notizia e fa informazione, è giusto che la Rai lo chiami, indipendentemente dagli ascolti. Se i conduttori e gli opinionisti esterni, invece, sono pagati per scimmiottare il peggio della tv commerciale, peraltro facendo anche peggio in termini di ascolti, allora non ha davvero alcun senso e diventa uno sperpero di risorse pubbliche. La Rai deve innanzitutto fare informazione di qualità, deve fare notizia, deve fare la differenza sul piano informativo, non deve rincorrere la spettacolarizzazione e il trash”.
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