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Global Risks Report 2022: crisi climatica e sociale maggiori rischi, il PIL globale si potrebbe ridurre di un sesto

Giovanni Giuliani, Chief Executive Officer, Zurich Italia: "È stato calcolato che negli ultimi 40 anni i Paesi europei abbiano subito perdite superiori a 450 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi, e l’Italia con oltre 70 miliardi è al secondo posto di questa triste classifica"

11 Gennaio 2022

Global Risks Report 2022: crisi climatica e sociale maggiori rischi, il PIL  globale si potrebbe ridurre di un sesto

Giovanni Giuliani, CEO di Zurich Italia

È iniziato il terzo anno di pandemia e i rischi climatici sono al centro delle preoccupazioni di tutto il mondo. Secondo il Global Risks Report 2022, se da un lato i principali rischi a lungo termine riguardano il clima, dall'altro i maggiori timori a livello globale nel breve termine sono rappresentati dalle divisioni sociali, dalle crisi dei mezzi di sussistenza e dal deterioramento della salute mentale. Inoltre, la maggior parte degli esperti ritiene che la ripresa economica globale sarà volatile e irregolare nei prossimi tre anni.

Giunto ormai alla sua 17ª edizione, lo studio invita i leader a pensare fuori dagli schemi dei report trimestrali e a creare politiche che gestiscano i rischi e definiscano il programma degli anni a venire. Focus del documento sono quattro aree di rischio emergente, ciascuna delle quali richiede un coordinamento globale per una gestione efficiente: sicurezza informatica, concorrenza nello spazio, transizione climatica e pressioni migratorie.

Giovanni Giuliani, Chief Executive Officer, Zurich Italia, ha commentato: “La crisi climatica rappresenta la principale minaccia a lungo termine per il pianeta e potrebbe essere quella con impatti potenzialmente più gravi per il prossimo decennio non solo ambientali ma anche economici. È stato calcolato che negli ultimi 40 anni i Paesi europei abbiano subito perdite superiori a 450 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi, e l’Italia con oltre 70 miliardi è al secondo posto di questa triste classifica. La crescente imprevedibilità per localizzazione, intensità e tipologia di questi fenomeni, evidenzia quanto sia fondamentale favorire una corretta cultura del rischio per contenere il fenomeno della sottoassicurazione e limitare le ingenti perdite economiche del nostro Paese contribuendo a garantire un presente sereno e un futuro migliore.”

“In un contesto di incertezza dettato dal protrarsi della pandemia, lo scenario globale vede diversi rischi emergere chiaramente dallo studio. Per primo, il possibile fallimento delle azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, principale minaccia di lungo periodo per il pianeta e il rischio più grave in termini di impatto nel prossimo decennio. Si rende pertanto sempre più pressante per le aziende la necessità di abbracciare i principi ESG all’interno della propria attività e di navigare al meglio la fase di transizione energetica ormai avviata. Tutto questo mentre si confermano minacce ormai note ma destinate a crescere, come il rischio cyber, e compaiono tipologie di rischio largamente inesplorate come quelle legate al settore, nuovo e promettente, della space economy. Un tema particolarmente attuale quest’ultimo – lo si è visto nelle cronache recenti – anche alla luce della mancanza di regole condivise in una competizione sempre più serrata tra aziende e Paesi”, spiega Andrea Bono, Chief Executive Officer, Marsh Italy and Eastern Mediterranean region.

"I problemi sanitari ed economici stanno aggravando i divari sociali, creando tensioni in un momento in cui la collaborazione all'interno delle singole società e nella comunità internazionale sarà fondamentale per garantire una ripresa globale più rapida e uniforme. I leader mondiali devono unire le forze e adottare un approccio coordinato tra più stakeholder per affrontare le persistenti sfide globali e sviluppare la resilienza in vista della prossima crisi", ha affermato Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum.

Carolina Klint, Risk Management Leader, Continental Europe di Marsh, ha dichiarato: "Man mano che si riprendono dalla pandemia, le aziende stanno giustamente spostando la loro attenzione sulla resilienza organizzativa e sulle credenziali ESG. È ormai chiaro che le minacce informatiche aumentano più rapidamente della nostra capacità di sradicarle in modo permanente, per cui senza piani di gestione dei rischi informatici credibili e sofisticati non sono possibili né resilienza né governance. Un discorso simile può essere fatto per i rischi legati allo spazio, in particolare quello relativo ai satelliti, dai quali siamo sempre più dipendenti, dato l'aumento delle ambizioni e delle tensioni geopolitiche".

Peter Giger, Group Chief Risk Officer di Zurich Insurance Group, ha affermato: "La crisi climatica rimane la principale minaccia a lungo termine per l'umanità. Il mancato intervento sul cambiamento climatico potrebbe ridurre il PIL globale di un sesto e gli impegni assunti a COP26 non sono ancora sufficienti a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Non è troppo tardi, tuttavia, per governi e aziende per intervenire sui rischi che devono affrontare e promuovere una transizione innovativa, decisa e inclusiva che protegga economie e popolazioni".

Il report si chiude con alcune riflessioni sul secondo anno di pandemia di COVID-19, che offrono nuovi spunti di riflessione sulla resilienza a livello nazionale. Il capitolo fa ricorso anche alle comunità di esperti del rischio del World Economic Forum (Chief Risk Officers Community e Global Future Council on Frontier Risks) per elargire consigli pratici su come sviluppare la resilienza nelle organizzazioni.

Il Global Risks Report 2022 è stato redatto con il prezioso supporto del Global Risks Advisory Board del World Economic Forum. Esso beneficia, inoltre, della collaborazione continuativa con i partner strategici Marsh McLennan, SK Group e Zurich Insurance Group e con i consulenti accademici della Oxford Martin School (University of Oxford), la National University of Singapore e il Wharton Risk Management and Decision Processes Center (University of Pennsylvania).

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