09 Dicembre 2021
fonte: Twitter @DOMUS_R_E
Stretta dell'Ue sugli immobili ad alti consumi energetici, grazie a una proposta della Commissione Europea che prevede il divieto di vendita o di affitto di quelle case che disperdono troppa energia. Si tratta di un nuovo standard che verrà proposto il prossimo 14 dicembre durante revisione della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia, e che se approvato interesserà sia gli edifici pubblici che quelli privati a partire dal 2030. La nuova normativa più stringente prevederà tuttavia delle esenzioni per gli edifici storici, i luoghi di culto e per quelli inferiori ai 50mq.
La bozza da 70 pagine della proposta della Commissione deve ancora essere vagliata da due diverse riunioni, quella tra i gabinetti giovedì e quella dei capi di gabinetto prevista per lunedì, prima di approdare definitivamente di fronte al Collegio dei commissari. L'aspetto maggiormente degno di nota della proposta è l'articolo 9, che fissa standard precisi per il mantenimento degli edifici. Al primo comma di questo articolo viene infatti stabilito per gli stati membri l'obbligo a partire dal 2027 di rinnovare gli edifici pubblici della classe energetica F, portandoli alla classe E entro il 2030. Per gli edifici privati invece la riqualificazione energetica sulle medesime classi prevede delle tempistiche che dal 2030 pongono il termine al 2033.
Viene così automaticamente esclusa dal mercato immobiliare l'ultima classe energetica, la G. Gli edifici appartenenti a questo scaglione non potranno dunque essere venduti o affittati prima di un adeguato efficientamento energetico. Sono previste però esenzioni per gli edifici di interesse storico, per gli edifici di culto e per quelli da una metratura inferiore ai 50mq.
Se approvata in via definitiva, la proposta della Commissione Ue cambierà inoltre la certificazione dell'efficienza energetica degli immobili, che dal 31 dicembre del 2025 dovrà seguire un template unico europeo. Verrà pertanto reso obbligatorio il rilascio del suddetto certificato non solo per gli immobili che vengono costruiti, venduti e ristrutturati, ma anche in caso di rinnovo del contratto d’affitto. Finora infatti l'obbligo riguardava soltanto l'inizio di un nuovo contratto.
Viene inoltre prevista la possibilità per gli stati membri di fornire ai cittadini strumenti finanziari o incentivi al fine di "affrontare le barriere di mercato e stimolare gli investimenti necessari nel rinnovamento energetico in linea con il loro piano nazionale di rinnovamento degli edifici". I paesi membri dell'Ue potranno inoltre sfruttare i fondi del Recovery Plan, il Social Climate Fund, i fondi per a politica di coesione nonché il programma InvestEu.
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