Cop26, bozza finale: "L'obiettivo è ridurre le emissioni del 45% entro il 2030"

Dal rammarico per non aver raggiunto il target dei 100 miliardi all'anno dal 2020 fino all'apprezzamento per le iniziative sul clima proposte dai più giovani: ecco cosa contiene la bozza della Cop26

É stata pubblicata questa mattina, mercoledì 10 novembre 2021, la bozza finale della Cop26, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici in corso in questi giorni a Glasgow. Il testo emanato oggi dai vertici riunitisi nella città scozzese passerà ora nelle mani dei vertici di Governo dei vari Paesi. Stando a quanto si legge, l'obiettivo principale è quello di "ridurre l'anidride carbonica del 45% entro il 2030, rispetto al livello del 2010, e a zero intorno alla metà del secolo", al fine di "limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi fino al 2100".

Cop26: dalla temperatura globale alle iniziative dei giovani

La bozza di documento presentato alla Cop26 riporta diversi obiettivi, oltre a quello sulla riduzione delle emissioni di Co2. Tra questi spunta quello di "tenere l'aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli preindustriali, e di perseguire gli sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli preindustriali". Il documento, si legge, "riconosce che l'impatto del cambiamento climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 C, riconoscendo che questo richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico, sulla base della miglior conoscenza scientifica disponibile".

La Cop26 poi "invita le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica", "chiede alle parti di accelerare l'eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili" e "sottolinea l'importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità".

E ancora: la bozza finale stesa a Glasgow "accoglie favorevolmente gli impegni accresciuti presi dai Paesi sviluppati" per il fondo di aiuti ai Paesi meno sviluppati previsto dall'Accordo di Parigi, impegni che hanno l'obiettivo "di arrivare al più tardi nel 2023 al target dei 100 miliardi di dollari all'anno". Viene inoltre sottolineata "la necessità di un aumento del sostegno delle parti ai Paesi in via di sviluppo, oltre l'obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno". Quindi "nota con rammarico" che il target dei 100 miliardi all'anno dal 2020 "non è stato ancora raggiunto".

Fondamentale è il ruolo dei "soggetti non statali, compresa la società civile, i popoli indigeni, i giovani e altri soggetti, nel contribuire ai progressi verso l'obiettivo della Convenzione dell'Onu e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi", si legge ancora. Si esprime così "apprezzamento" per la "Youth4Climate che si è tenuta a Milano a settembre" e il documento "sollecita le parti e i soggetti interessati a garantire significativa partecipazione dei giovani nel processo decisionale" dell'Unfccc e dell'Accordo di Parigi. Quindi "invita le future presidenze delle Cop a organizzare piattaforme di discussione annuali fra le parti e i giovani".