06 Novembre 2021
fonte: Twitter @cop26
Le ragioni del fallimento del G20 a Roma e della successiva maratona di Glasgow, relativamente ai problemi dell’ambiente, stavano negli stessi temi del dibattito. Mancavano infatti, sul piano tecnico, due convitati di pietra, che si chiamano sole e nucleare. Mancavano poi, sul piano politico, tre super convitati di pietra, che si chiamano Russia, Cina ed India, che insieme raggruppano la metà della popolazione mondiale.
Entrambi i convegni hanno ruotato infatti soltanto intorno al problema della CO2 in atmosfera, che è certamente un problema importante ma di cui, in termini di inquinamento, il sistema industriale mondiale contribuisce per non più del 3% del totale. Tutto il resto è prodotto in natura.
Ritenere pertanto che tutti i mali della terra siano dovuti a questo, è certamente improprio, così come è improprio ignorare gli enormi passi avanti che sono stati compiuti in Occidente, nei sistemi di abbattimento dell’ossido di carbonio e dell’ossido di azoto, i due maggiori inquinanti, nei fumi emessi in atmosfera dagli attuali impianti industriali. I livelli di salvaguardia ambientale raggiunti sono infatti assai rilevanti, con un’incidenza di quasi il 30% sui costi finali di costruzione nelle moderne centrali termoelettriche.
È soprattutto improprio ignorare il contributo determinante del sole e del suo posizionamento rispetto al satellite terra, nei mutamenti climatici del nostro pianeta. Tutte le rilevanti mutazioni avvenute nei millenni, si sono verificate solo e soltanto per, si fa per dire, le bizzarrie del sole, comprese le più recenti di alcuni secoli fa. Parlare infine di energie rinnovabili, come soluzione principe di tutti questi problemi, ignorando i costi tuttora rilevanti e soprattutto le profonde e devastanti modifiche paesaggistiche che esse procurano, è pura propaganda.
Gli esperti, estranei al pensiero dominante, affermano infatti che per ottenere la stessa potenza installata delle centrali che bruciano combustibili fossili, attualmente in funzione o in costruzione nel mondo, si dovrebbero coprire con celle fotovoltaiche e pale eoliche, alcune centinaia di migliaia di chilometri quadrati. Una o più Italie, tanto per capirci!
Date queste premesse, sarebbe pertanto indispensabile, a mio parere, affrontare subito seriamente il tema dell’energia nucleare, che dovrebbe essere centrale in tutti questi discorsi. Gli ingenti investimenti previsti per la cosiddetta transizione ecologica, dovrebbero essere concentrati negli studi, nelle ricerche e nelle realizzazioni della cosiddetta quarta generazione nucleare, unico concreto sistema per ottenere energia pulita, sicura ed altamente affidabile. Questo avrebbe dovuto essere l’argomento dominante del dibattito di queste due kermesses turistico-spettacolari!
Rimane infine la politica. Cina e Russia, addirittura assenti da questi convegni ed India, presente in sonno, non hanno preso impegni di alcun genere per la riduzione dell’inquinamento del pianeta e continuano ad usare massicciamente carbone, gas ed altri combustibili fossili, con risibili depurazioni nei fumi prodotti. Parlano filosoficamente del 2050/2060/2070, come anni obbiettivo per raggiungere le emissioni zero. Sembra di giocare alla roulette russa!
Per la credibilità di tutta questa commedia, basti pensare che dopo gli analoghi accordi mondiali di Parigi del 2015, sulla tutela ambientale, nessun impegno preso allora è stato finora rispettato e la situazione complessiva odierna è probabilmente peggiore rispetto a quella di sei anni fa.
Greta e la compagnia di giro che le sta intorno, dovrebbero pertanto andare in quei paesi a manifestare, riconoscendo contemporaneamente gli sforzi che comunque, anche se a volte maldestramente, l’Europa ha fatto a favore dell’ambiente. Probabilmente temono che sarebbe un viaggio senza ritorno! L’unica strada vera e seria che l’Occidente può intraprendere oggi per difendersi e rilanciare, è pertanto quella di utilizzare l’energia nucleare di quarta generazione.
La Francia sembra essere l’unico paese europeo che ha compreso questa lezione. È urgente che l’Europa si svegli ed almeno in questo settore fondamentale per il futuro del mondo, abbia una posizione unitaria verso i rapaci paesi dell’Oriente.
Di Pierfranco Faletti
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