03 Novembre 2021
Fonte: lapresse.it
Le promesse fatte nei giorni scorsi durante la Cop26 di Glasgow per combattere la deforestazione e il cambiamento climatico restano solo teoria e non si tradurranno nella pratica e nelle azioni concrete: ne è convinto il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, 73 anni, che affida al Corriere della Sera un'intensa riflessione sul tema. Secondo lo studioso molti degli obiettivi fissati durante il G20 a Roma e durante la Conferenza dell'Onu nella città scozzese, purtroppo, non verranno rispettati. Qual è il motivo? "Si tratta di economie nazionali in concorrenza fra di loro", spiega Parisi, dicendosi d'accordo con le parole del segretario delle Nazioni Unite António Guterres che aveva parlato di "speranze disattese, ma almeno non sepolte".
"Il problema fondamentale è 'frenare' queste economie per rallentare le emissioni e farlo con il consenso delle popolazioni", spiega ancora il fisico al Corriere della Sera. I miliardi di dollari promessi dai Paesi ricchi a quelli in via di sviluppo "per aiutarli nell’acquisire tecnologie energetiche non inquinanti" sono secondo Giorgio Parisi solo "noccioline", ma ancora molti di quei soldi non sono stati erogati. Si torna sempre al 'prometti tanto e mantieni poco'", attacca. Occorre allora "cominciare dal risparmio. Costruiamo mega-città verso le quali si incolonnano ogni giorno code di automobili… è evidente che occorre trovare il modo di consumare meno aumentando i servizi pubblici, prediligendo ad esempio i servizi di car sharing e diminuendo le automobili".
Per quanto riguarda invece la possibilità di tornare al nucleare, il premio Nobel dice: "Bisogna guardare al rapporto danni benefici e tutto dipende dal Paese. Se Chernobyl fosse stata in Val Padana, con una popolazione molto superiore a quella zona dell’allora Urss, avrebbe provocato milioni di morti. In ogni caso è da escludere in Paesi come l’Italia densamente abitati", spiega. I prototipi "devono dimostrare la loro qualità; tuttavia sono sempre da escludere dove vive la gente. È diverso se i cinesi vogliono realizzarle in zone remote".
Infine Giorgio Parisi parla delle "emissioni zero", sostenendo che, secondo lui, non ci arriveremo per la metà del secolo. "Senza un piano preciso è un’illusione", attacca lo studioso. "Ho l’impressione che le cose non siano ben capite e ritenute necessarie. Non vedo la gente che installa pannelli solari sui tetti. A Roma se facciamo una ricognizione, sui tetti vediamo più piscine che celle solari. È evidente che le amministrazioni comunali dovrebbero predisporre regole e sollecitare i condomini per attuare degli interventi, magari offrendo assistenza ai progetti senza onere alcuno", conclude infine.
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