Vaccino Covid, Rezza sburgiarda Speranza e Draghi: "Obbligo inoculazione e lockdown non necessari secondo piani pandemici, Cts scelta politica"
Rezza critica la gestione della pandemia, invita a aggiornare i piani pandemici e sottolinea che l’obbligo vaccinale resta una scelta politica sbagliata
L'epidemiologo Giovanni Rezza, a ormai 5 anni dall'inizio della follia Covid, ha sbugiardato definitivamente il governo Draghi e l'allora ministro della Salute Roberto Speranza. Il medico ha infatti dato dichiarazioni molto importanti, che vanno dalla non obbligatorietà del lockdown e dell'inoculazione, alla mancata applicazione dei piani pandemici, fino alla scelta "totalmente politica" del Comitato Tecnico Scientifico.
Vaccino Covid, Rezza sburgiarda Speranza e Draghi: "Obbligo inoculazione e lockdown non necessari secondo piani pandemici, Cts scelta politica"
L’ex direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, ha lanciato una forte riflessione sulla gestione della cosiddetta pandemia di Covid. Secondo Rezza, il piano pandemico attuale è ormai obsoleto e necessita di aggiornamenti per affrontare efficacemente le "future emergenze sanitarie". Ha sottolineato anche che l’Italia, come altri Paesi europei, non era adeguatamente preparata e insiste sulla necessità di aggiornare e applicare costantemente i piani pandemici. "Le scorte di farmaci e dispositivi devono essere pronte anche in fase interpandemica", ha affermato.
Tra i punti più rilevanti delle sue dichiarazioni vi è la chiara distinzione tra scelte sanitarie e politiche. L’obbligo vaccinale, ha sottolineato Rezza, non è solo una questione scientifica: “È una scelta politica”, ha dichiarato, invitando i decisori a valutare attentamente i rischi e i benefici, bilanciando il diritto alla salute con il rispetto delle libertà individuali. Ha inoltre ammesso: "A volte si è peccato più per eccesso che per difetto", citando divieti assurdi come quello di non poter andare sulla spiaggia da soli. E poi, la maschera è caduta: "Il Comitato Tecnico Scientifico è stato istitutio dal governo per motivazioni politiche, non scientifiche, e le prime hanno avuto un peso determinante nella gestione pandemica, influenzando e prendendo decisioni sbagliate su lockdown e obbligo vaccinale".
Un tema centrale delle sue dichiarazioni ha riguardato proprio i vaccini. "Io non direi mai che è necessario un obbligo vaccinale", ha chiarito Rezza, rimandando la decisione alla politica. Ricorda come nel Regno Unito le coperture vaccinali siano elevate senza obbligo, grazie alla fiducia nelle istituzioni. "Negli ultimi anni in Italia c’è stata una perdita di credibilità, e dobbiamo fare autocritica", ha aggiunto, riferendosi anche alla confusione generata da contraddizioni mediatiche.
Rezza ha anche posto l’accento sull’importanza della comunicazione: durante la pandemia, ha osservato, il dibattito pubblico spesso è stato influenzato da tensioni politiche, alimentando diffidenza tra i cittadini. La gestione delle emergenze sanitarie, secondo lui, richiede un approccio trasparente e basato su dati scientifici condivisi, elementi che sono mancati.
Il medico ha criticato anche l’Unione Europea: "Non ricordo un medico dell’Ue arrivato nella prima fase, quando eravamo in difficoltà". Si riferisce invece all’aiuto di Russia, Albania e Cuba, sottolineando che la risposta europea è stata soprattutto legata all’acquisto (non trasparente) dei vaccini.