09 Agosto 2025
Un recente studio danese insiste ancora sull'efficacia del vaccino Covid Pfizer, rilevando che "protegge gli over 65", tuttavia anche questa ricerca è fake perché non considera diversi elementi fra cui gli effetti avversi, i costi, il rischio assoluto per i non vaccinati e la vera causa morte di ogni soggetto.
Secondo i risultati della ricerca (condotta su 894.560 persone dal 1° ottobre 2024 al 31 gennaio 2025 e su una popolazione di età >65 anni con vaccinazioni primarie nel 2021 e una dose di richiamo nella stagione precedente), tra i soggetti non vaccinati con il vaccino Covid Pfizer (BNT162b2 a mRNA-1273 JN.1) sono stati osservati 278 ricoveri ospedalieri per COVID-19 e 84 decessi in un periodo di follow-up cumulativo di 25,6 milioni di giorni-persona, rispetto ai 197 ricoveri ospedalieri e ai 56 decessi osservati in 62,9 milioni di giorni-persona tra i soggetti vaccinati con BNT162b2 >14 giorni prima. L'efficacia del vaccino BNT162b2 è stata del 70,2% (IC 95% 62,0-76,6%) contro i ricoveri ospedalieri e del 76,2% (63,4-84,5%) contro i decessi.
Tuttavia bisogna considerare diversi aspetti e fare alcune precisazioni.
25.600.000 giorni persona (misura assurda...) corrispondono a 70.137 anni-persona. 278 ricoveri e 84 morti, su 70.137 anni-persona, corrispondono a tassi di ospedalizzazione pari a 278/70.137 = 4x1000 e 84 /70.137 = 1.2 x1000. Un tasso di mortalità di 1.2 x1000 tra gli anziani è cmq molto basso, per cui l'impatto della vaccinazione, anche con efficacia pari all'80%, non potrà essere stato superiore ad un decesso prevenuto ogni 1000 anziani. Non è né poco né tanto, va pesato contro i costi e gli eventi avversi.
Il punto 'debole' dello studio è, come spesso succede quando ci soni grandi interessi, l'enfasi esclusiva sul rischio relativo, ovvero l'efficacia del vaccino/farmaco. Certamente è positivo che si riscontri una riduzione del 70%-80% dei ricoveri e dei decessi per COVID-19. Tuttavia, per capire il vero impatto, bisogna vedere anche quanti sono stati questi ricoveri/decessi. Se sono stati tanti, avremo avuto una riduzione di tantissimi casi, ma se sono pochi, ad esempio 10 ricoveri ogni 100.000 abitanti, ogni anno, di fatto vaccinando 100.000 persone avremo una riduzione dell'80%, che sembra enorme, ma in questo caso corrisponde a 'soli' 8 ricoveri in meno (dai 10 previsti senza vaccino).
Si potrebbe dire 'sono tanti anche 8 ricoveri in meno!'. Si e no, perché dobbiamo capire quanto abbiamo speso per vaccinare 100.000 persone, e quanti eventi avversi gravi abbiamo avuto. Vaccinando 100.000 persone, dobbiamo aspettarci almeno 2/3 eventi avversi gravi, e per il costo, se anche il vaccino costasse 'solo' 30 euro, sarebbero 3.000.000, cui occorre aggiungere tutti i costi diretti ed indiretti della somministrazione. Si arriva facilmente a superare i 5.000.000 di euro. Cui aggiungere i costi per curare gli eventi avversi gravi. In poche parole, avremmo speso intorno a 6-700.000 euro per prevenire ogni ricovero. Oltre ad essere un costo assolutamente insostenibile per il Servizio Sanitario Nazionale, semplicemente ci sono centinaia di altri interventi che ci permettono di prevenire un ricovero spendendo molti meno soldi, per cui dovremmo dare loro la priorità rispetto a questo.
Quanto sopra per far capire l'importanza, quando si parla di programmazione sanitaria 'vera', e non di marketing, di considerare sia il rischio relativo che il rischio assoluto (quanto è diffusa una malattia, quanto è davvero la probabilità di averla). Noi possiamo avere rischio relativo eccezionale (ovvero un efficacia altissima) di un vaccino, ma se la malattia è rarissima, 1 su 1 milione, io prevengo al massimo un caso su un milione, dovendo vaccinare un milione di persone. Chiaro che sarebbe uno spreco terrificante.
Ora, chiarito questo, vediamo il caso specifico, ovvero lo studio danese.
Ovviamente, quando sono stati ripresi i risultati, sono stati forniti tantissimi dati sull'efficacia dei vaccini, ma, guarda caso, non sono stati ripresi i dati sul rischio assoluto dei non vaccinati, ovvero se il rischio di COVID-19 grave era alto, medio, o bassissimo (nel qual caso, la vaccinazione di massa non avrebbe alcun senso a prescindere, come abbiamo chiarito sopra).
Ma noi non ci perdiamo d'animo e andiamo ad estrarre tali dati direttamente dallo studio (che abbiamo trovato solo perché siamo esperti, perché ovviamente non c'era il link alla fonte, chissà perché...). Gli autori scrivono che hanno riscontrato, tra i non vaccinati, 278 ricoveri e 84 morti, su un follow-up di 25.600.000 giorni persona. Questa misura di 'giorni-persona' è molto rara per queste cifre, perché di solito si usa quella, molto più comprensibile, di anni-persona. Per chiarire, 10 anni-persona semplicemente corrispondono ad una persona seguita per 10 anni. È una misura ormai entrata tra i medici, e comprensibile. Esprimerla invece in milioni di giorni persona confonde un non esperto, e costringe l'esperto, se vuole capirci qualcosa, a trasformarla in anni-persona, dividendola per 365. Una scelta molto sospetta per una misura così importante, da parte di autori che sanno questi trucchi. Comunque, per fortuna noi siamo esperti e facciamo il calcolo: 25,6 milioni di giorni-persona, divisi per 365, corrispondono a 70.137 anni-persona.
Ora possiamo calcolare il rischio assoluto dei non vaccinati (cioè della popolazione generale): 278 ricoveri / 70.137 anni persona equivale ad un rischio di COVID-19 grave di circa 4 su 1000.
84 morti / 70.137 anni-persona equivale ad un rischio di morte per COVID-19 di 1,2 su 1000.
Sono rischi alti o bassi?
Dipende. Assumendo un efficacia del vaccino dell'80%, siamo in grado di prevenire circa 1 decesso ogni 1000 abitanti ogni anno. Non è poco, ma dobbiamo considerare che questa è una popolazione di anziani, e che i decessi da COVID-19 avvengono, in media, intorno ai 79 anni. La nostra (di italiani) aspettativa di vita media è 82 anni, quindi ogni decesso per COVID toglie, in media, 3 anni di vita.
Quindi, vacciniamo 1000 persone per donare 3 anni di vita ad un anziano. Senza considerare gli eventi avversi, sono più di 20.000 euro spesi per ogni anno di vita guadagnato, di un anziano. Purtroppo, o per fortuna, ci sono tantissimi altri interventi che donano più anni di vita con un costo nettamente inferiore, e dato che il nostro Servizio Sanitario è sepolto dai costi, e deve cercare di massimizzare le risorse, dovremmo chiaramente usare questi risultati per dire, con molta trasparenza 'in questo scenario, investire in vaccinazione di massa anti-COVID-19 non può essere una priorità del SSN'. Invece, dato che ci sono enormi guadagni per aziende molto potenti, che sanno molto bene come farsi amare da tanti nostri politici (e anche da tanti medici), il messaggio viene spostato sulla sola efficacia e il denaro delle nostre tasse va ad arricchire (ulteriormente) i ricchissimi proprietari delle aziende farmaceutiche, anziché essere usato per gli interventi più utili e (molto) meno costosi.
P.S.
Siamo abbastanza esperti da sapere che il rischio dei non vaccinati potrebbe essere stato più basso grazie al fatto che tanti si sono vaccinati, ma siccome i nostri 'grandi esperti' televisivi ci hanno ripetuto ogni giorno durante la pandemia, che l'immunità di gregge scattava 'solo oltre il 95% di vaccinati' (pura menzogna, ma ovviamente ottima per spingere verso l'obbligo), noi prendiamo per buone le loro parole e, siccome la percentuale di vaccinati era molto inferiore al 95%, assumiamo che non vi sia stato nessun effetto di immunità di gregge.
Di Carlo Ruata
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