West-Nile in Italia, nuovo allarmismo: 10 casi da gennaio a luglio 2025, ma nei primi 6 mesi del 2024 erano 13

Allerta ingiustificata per 10 casi di virus West-Nile da inizio anno, quando nello scorso anno i contagi sono stati 13 solamente da gennaio a giugno. Nel 2025 un solo morto, nel 2024 21

Nuova ondata di allarmismo in Italia per il virus West-Nile, ma in realtà i numeri di contagi e decessi sono rimasti stabili, se non migliorati, rispetto allo scorso anno. Da gennaio a luglio 2025, infatti, sono stati 10 i casi di contagio nel nostro Paese, mentre nei primi 6 mesi del 2024 sono stati 13.

West-Nile in Italia, nuovo allarmismo: 10 casi da gennaio a luglio 2025, ma nei primi 6 mesi del 2024 erano 13

La notizia della morte di Filomena Di Giovangiulio, 82 anni, a Fondi (Latina), ha alzato l’allerta sul virus West Nile nel Lazio. Ma gli esperti invitano alla cautela: i dati, confrontati con quelli del 2024, mostrano che l’andamento dell’infezione resta stabile e non giustifica allarmismi.

La donna, originaria di Nerola e residente d’estate a Salto di Fondi, è deceduta nei giorni scorsi all’ospedale San Giovanni di Dio, dove era stata ricoverata il 14 luglio con febbre alta e confusione mentale. La diagnosi di West-Nile, confermata dallo Spallanzani, è arrivata solo post mortem. L’Istituto Superiore di Sanità ha contato, finora, 10 casi confermati in Italia dall’inizio del 2025, di cui 7 in provincia di Latina. Di questi 7, 6 hanno presentato forme neuroinvasive, una solo febbre. La donna è la prima vittima dell’anno. Gli altri tre casi si sono registrati tra Veneto ed Emilia Romagna. Tutti sarebbero autoctoni, ossia contratti in Italia e non legati a viaggi all'estero. Nel 2024 si sono registrati in totale 460 casi di West-Nile, con 21 decessi.

Un confronto con lo scorso anno aiuta a ridimensionare la percezione di emergenza: al giugno 2024, i casi totali in Italia erano 13, di cui nessuno mortale. Nel 2025 siamo a 10, con un decesso tra persone già fragili per età. "Che il virus si diffondesse anche nel Lazio era previsto, dato il clima e la vicinanza con aree endemiche", conferma Emanuele Nicastri, infettivologo dello Spallanzani. "Ma parliamo di un virus che nell’80% dei casi è asintomatico e che solo raramente ha esiti gravi negli anziani".

Anche il ministero della Salute ribadisce che l’andamento è "in linea con gli anni passati" e che sono attive tutte le misure previste dal Piano nazionale arbovirosi: sorveglianza veterinaria, trappole per zanzare, controlli sugli uccelli selvatici. Nel frattempo il commissario dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio ha avviato controlli a tappeto nell’Agro Pontino, e Unarma ha chiesto attenzione anche nelle caserme.

"La prevenzione è importante, ma nessun allarme: i numeri restano stabili", conclude Nicastri.