Italia respinge emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale, no a maggiori poteri all’Oms su “pandemia” e “obblighi vaccinali”

Il ministro alla Salute Orazio Schillaci ha scritto al direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus comunicando la decisione: “Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità”

L’Italia ha detto no agli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale dell’Oms, respingendo ogni tentativo di ampliamento dei poteri dell’Organizzazione in caso di “pandemia”. A comunicarlo ufficialmente è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci con una lettera indirizzata al direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: “Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità”. Tra i punti più contestati: la possibilità per l’Oms di dichiarare “un’emergenza pandemica” senza il consenso degli Stati e l’imposizione di obblighi sanitari vincolanti, inclusi quelli legati ai vaccini.

Italia respinge emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale, no a maggiori poteri all’Oms su “pandemia” e “obblighi vaccinali”

L’Italia segue la linea degli Usa e respinge le modifiche al Regolamento sanitario internazionale proposte dall’Oms. Dopo l’astensione sull’accordo pandemico, il nostro Paese prende una nuova decisione in contrasto con l’Organizzazione mondiale della sanità. Stava per scadere il termine per comunicare la propria posizione riguardo agli emendamenti elaborati nel 2024 e, visto che il silenzio avrebbe significato assenso, oggi il ministro alla Salute Orazio Schillaci ha scritto al direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto da parte italiana di tutti gli emendamenti adottati dalla 77° assemblea mondiale della sanità”, scrive Schillaci.

Una presa di posizione netta, quella del governo Meloni, che arriva in extremis ma con grande chiarezza. Il rigetto delle modifiche al Regolamento sanitario internazionale segna un’ulteriore frattura tra Roma e Ginevra, dopo l’astensione dell’Italia sul controverso accordo pandemico. L’esecutivo, che negli ultimi mesi ha progressivamente irrigidito la propria postura in materia di governance sanitaria globale, ora rifiuta esplicitamente qualsiasi ampliamento dei poteri dell’Oms in caso di "emergenza pandemica" e sugli "obblighi vaccinali".

Una scelta in linea con quella degli Stati Uniti, che attraverso il Dipartimento di Stato e il ministero della Salute guidati rispettivamente da Marco Rubio e Robert F. Kennedy, hanno dichiarato: “Questa decisione mantiene la nostra promessa al popolo americano: lottare per gli americani nel sistema internazionale, proteggere la nostra sovranità nazionale e impedire ai burocrati internazionali di influenzare le politiche interne degli Stati Uniti”. Secondo Washington, gli emendamenti amplierebbero “significativamente” l’autorità dell’Oms e il suo ruolo “nelle emergenze sanitarie pubbliche, comprese le dichiarazioni di pandemia”.

In effetti, le modifiche respinte contengono elementi particolarmente sensibili dal punto di vista della sovranità nazionale. Viene introdotta una nuova definizione di emergenza pandemica, che l’Oms potrebbe dichiarare anche in assenza di accordo con il singolo Stato colpito. Si invoca “un’azione internazionale coordinata rapida, equa e rafforzata, con approcci che coinvolgano l’intero governo e l’intera società”. L’Organizzazione, inoltre, dovrebbe coordinare direttamente le risposte internazionali su richiesta o con l’assenso degli Stati, valutare le esigenze sanitarie nazionali, distribuire prodotti medici e finanziare assistenza reciproca, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo.

Uno scenario che non piace a Roma, dove l’indicazione politica – arrivata direttamente dalla Presidenza del Consiglio – è stata chiara: nessuna delega a un organismo sovranazionale in grado di intervenire sulle decisioni interne in ambito sanitario. Un cambio di passo notevole, considerando che appena a maggio il partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, si era espresso a favore degli emendamenti nel Parlamento europeo.

Ora, invece, il senatore Claudio Borghi si autocelebra: “Dato che compare nelle rassegne stampa lo posso dire. L'Italia ha rifiutato per iscritto e nei tempi previsti con lettera all'OMS tutti gli emendamenti al regolamento sanitario internazionale. Grazie davvero ai colleghi di FdI per il lavoro di squadra”.